Vita Chiesa

CHIESA CALDEA, ELETTO NUOVO PATRIARCA DI BABILONIA

Una fumata bianca ha concluso a sorpresa nel tardo pomeriggio di ieri il sinodo dei vescovi della Chiesa caldea in Vaticano, con l’elezione di monsignor Emmanuel-Karim Delly a Patriarca di Babilonia dei Caldei, che ha sede a Baghdad, in Iraq. In serata il nuovo ‘Pater et Caput’ della Chiesa caldea ha incontrato Giovanni Paolo II nella Sala Clementina, insieme ai 23 vescovi caldei che poco prima avevano indicato il suo nome. “Sua Beatitudine ha ringraziato il Papa per l’incoraggiamento alla nostra chiesa e per la sua incessante preghiera a favore della pace in Iraq e in Medio Oriente” ha detto alla MISNA monsignor Philip Najim, procuratore dei caldei presso la Santa Sede. “Con grande umiltà sarò servo della chiesa caldea e dei suoi fedeli sparsi in tutto il mondo” ha detto poco dopo la sua elezione monsignor Delly, 76 anni, arcivescovo titolare di Kaskar e ausiliare di Baghdad. Ieri i vescovi – provenienti dall’Iraq, da tutto il Medio Oriente ma anche dagli Stati Uniti – non erano stati in grado di eleggere il successore di Raphael Bidawid I, morto lo scorso 7 luglio. Alla vigilia i candidati favoriti sembravano essere monsignor Slamon Warduni, vicario patriarcale di Baghdad, e monsignor Louis Sako, recentemente nominato vescovo a Kirkuk (Iraq). Poi i delegati hanno trovato consenso sul nome di Delly. “Oggi la Chiesa caldea è presente nei cinque continenti” spiega ancora alla MISNA monsignor Najim. “I caldei sono circa oltre un milione e mezzo: la nostra sede storica più importante è Baghdad, ma in Iraq siamo presenti anche a Kirkuk, Mosul, Bassora, Arbil, e poi in Iran, Siria, Egitto, Libano e, fuori dal Medio Oriente, negli Stati Uniti, in Canada, in Australia e in Europa”. Entro un paio di giorni il nuovo Patriarca rientrerà a Baghdad, epicentro di un dopoguerra ancora carico di lutti e tribolazioni per il suo popolo: “Monsignor Delly è un uomo che ha patito le sofferenze della sua gente, cui è sempre stato vicino negli anni tragici della nostra storia recente” commenta ancora il procuratore caldeo presso la Santa Sede. Lo scorso 22 marzo, poco dopo l’inizio dell’attacco anglo-americano contro il regime di Saddam Hussein, monsignor Delly rimase lievemente ferito da schegge di vetro a causa di un bombardamento vicino al Patriarcato, ma non volle lasciare Baghdad. Il 12 novembre scorso, in occasione dell’attacco contro la base italiana a Nassiryia, aveva denunciato alla MISNA il clima di grande insicurezza che si vive in Iraq per i continui attentati: “La gente va a letto la sera e non sa se si risveglierà la mattina successiva, non c’è lavoro, non c’è possibilità di tornare alla vita normale. Non ci resta che pregare per la pace e la tranquillità e invocare l’aiuto del Signore per il popolo iracheno e le forze straniere venute in Iraq a proteggerci”. Misna