“Dio interviene nella storia col suo giudizio di severa condanna dell’ingiustizia”, mettendo in guardia l’uomo dall’attrazione” del male e sollecitandolo ad “un esame di coscienza” per “scegliere sempre le vie di Dio”. Lo ha detto oggi il Papa, che nella tradizionale udienza generale ha commentato il Salmo 140, definendolo “un esame di coscienza, cui segue l’impegno di scegliere sempre le vie di Dio”. “Parole e opere ha detto Giovanni Paolo II sono l’espressione della scelta morale della persona” ed “è facile che il male eserciti tanta attrazione da spingere anche il fedele a gustare i cibi deliziosi’ che i peccatori possono offrire”. Di qui la necessità di “un esame di coscienza”, che per il salmista consiste nel “rifiuto di ogni complicità con l’empio”, cioè di qualsiasi “connivenza con chi opera il male”. Tale “radicale dissociazione dal malvagio”, ha commentato il Santo Padre, si esprime in una “condanna sdegnata”, che ha lo scopo di “affermare l’ostilità al male, la scelta del bene e la certezza che Dio interviene nella storia col suo giudizio di severa condanna dell’ingiustizia”. Il Salmo 140, ha concluso il Papa, è quindi “un canto di fede, di gratitudine e di gioia, nella certezza che il fedele non sarà coinvolto nell’odio che i perversi gli riservano e non cadrà nella trappola che gli tendono, dopo aver notato la sua decisa scelta del bene. Il giusto potrà, così, superare indenne ogni inganno”. Sir