Vita Chiesa

PAPA: «LA PIOGGIA È PRIMO SEGNO DELL’AMORE DIVINO»

“Il Signore della storia non è indifferente davanti all’imperversare dei prepotenti che credono di essere gli unici arbitri delle vicende umane”. È quanto ha affermato questa mattina Giovanni Paolo II commentando il Salmo 146, durante l’udienza generale del mercoledì. All’udienza, che per la seconda volta quest’anno si è svolta nel cortile interno di Castel Gandolfo, hanno preso parte circa 2.500 fedeli. “L’opera di Dio – ha detto il Pontefice – non si manifesta soltanto curando il suo popolo dalle sofferenze. Egli, che circonda di tenerezza e premura i poveri, si erge come giudice severo nei confronti degli empi”. Ed ha aggiunto: “l’azione di Dio non si esaurisce nella sua signoria sulla storia; egli è anche il re del creato, l’universo intero risponde al suo appello di Creatore. Noi non siamo abbandonati a noi stessi o alle energie cosmiche, ma siamo sempre nelle mani del Signore per il suo progetto di salvezza. La logica del Signore ignora l’orgoglio e l’arroganza del potere”.

Il Santo Padre, parlando sempre dell'”azione creatrice di Dio nel cosmo”, ha fatto quindi riferimento alla pioggia, proprio in questi giorni di forte siccità: “in un paesaggio spesso arido com’è quello orientale, il primo segno dell’amore divino è la pioggia che feconda la terra”. A conclusione della catechesi, salutando i giovani, i malati e gli sposi novelli, il Papa ha consigliato di “approfittare del tempo estivo per approfondire il rapporto personale con Cristo”.Sir