Vita Chiesa
AZIONE CATTOLICA: UNANIMITÀ IN CONSIGLIO NAZIONALE PER LO STATUTO. ASSEMBLEA A SETTEMBRE
“Dalla bozza dello statuto aggiornato’ emerge l’Ac che vogliamo essere. Un’associazione missionaria nella fedeltà a se stessa, radicata nella propria Chiesa e nella propria città. Un’Ac popolare composta di soci e non solo di responsabili” che “si pone al servizio della comunità tutta”. Così la presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana, Paola Bignardi, presentando stamani ai giornalisti l’assemblea straordinaria in programma a Roma dal 12 al 14 settembre, spiega le motivazioni che sottendono al rinnovo dello statuto associativo la cui bozza, approvata all’unanimità dal Consiglio nazionale dello scorso 22 giugno, verrà sottoposta agli 800 delegati convocati in rappresentanza dei 368mila soci per la prima assemblea straordinaria della storia di Ac. Tema dell’evento, posto a conclusione del processo di revisione statutaria avviato nell’aprile 2002 durante l’XI Assemblea nazionale, “La storia si fa profezia”. Sottotitolo: “L’Azione cattolica per una nuova missione”. “Aggiornare lo statuto – ha precisato Bignardi – significa assumere tutta la ricchezza del precedente e reinterpretarla in un nuovo documento che sia capace di conservare la ricchezza ideale del precedente e di accogliere anche tutta la ricchezza di vita associativa e di vita di Chiesa che ci viene dall’aver vissuto questi 35 anni”. Lo statuto attuale, approvato nel 1969, “ci ha fatto vivere e gustare la freschezza e la bellezza” dello “spirito del Concilio” di cui “è impregnato” ha proseguito la presidente, e “ci ha fatto sperimentare la dignità e il valore di essere Chiesa” e “la responsabilità a quell’esercizio di essa che passa attraverso la forma democratica che abbiamo difeso e vogliamo conservare”. In esso “lo statuto aggiornato ha le sue radici”.
“Non un nuovo statuto ha precisato Bignardi ma l’aggiornamento del precedente a partire da alcuni nodi quali la diocesanità e il rapporto Ac diocesana/Ac nazionale, l’unitarietà e il significato dei settori, la natura dei movimenti collegati all’associazione, la flessibilità delle scelte organizzative a livello regionale e diocesano”.