Verrà presentata domani, in Vaticano, l’esortazione apostolica post-sinodale “Ecclesia in Europa”, indirizzata dal Papa “ai vescovi, ai presbiteri e ai diaconi, ai consacrati e alle consacrate ed a tutti i fedeli laici su Gesù Cristo, vivente nella sua Chiesa, sorgente di speranza per l’Europa”. Dopo quelle per l’Africa (1995), l’America (1999), l’Asia (1999) e l’Oceania (1999), si completa così il “quadro” delle esortazioni pontificie per i cinque continenti, che di solito tracciano un “quadro” generale della situazione dei credenti e della fede cristiana nei rispettivi contesti di appartenenza, individuandone le sfide più urgenti e delineando le possibili prospettive future. Per quanto riguarda l’Europa, molto caro al Papa come dimostrano ripetuti interventi recenti il tema delle “radici cristiane” dell’Europa, che nella nuova Costituzione europea sembrano non trovare adeguato riconoscimento. “La fede cristiana rappresenta il più ricco patrimonio a cui i popoli europei possono attingere per realizzare il loro vero progresso spirituale, economico e sociale”, aveva detto ad esempio Giovanni Paolo II, ricevendo l’8 maggio in udienza i partecipanti al convegno organizzato dal Ccee (Consiglio delle Conferenze episcopali europee) su “I presbiteri e la catechesi in Europa”. Nel nostro continente stando ai dati di “Aiuto alla chiesa che soffre” – su quasi 800 milioni di abitanti, i cattolici sono circa 270 milioni (di cui 50 milioni solo in Italia); quasi 97 milioni i musulmani (compresi sunniti e sciiti), più di 104 milioni gli ortodossi (compresi greco-ortodossi e autocefali), circa 83 milioni i protestanti e poco più di un milione gli ebrei. SirMostra il documento integrale