“Dio non è solitudine, ma perfetta comunione”. È il messaggio forte lanciato domenica dal Santo Padre, Giovanni Paolo II prima della recita dell’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in piazza San Pietro. Ricordando la solennità della Santissima Trinità, intesa come unità e trinità di Dio, il Papa ha sottolineato che “dall’essere Dio comunione deriva la vocazione dell’intera umanità a formare un’unica grande famiglia, in cui le diverse razze e culture si incontrano e si arricchiscono reciprocamente”. Alla luce di questo universale orizzonte di comunione, il Papa ha richiamato il significato dell’annuale Giornata mondiale del rifugiato’ che verrà celebrata venerdì prossimo, 20 giugno. “Nel mondo quasi la metà del rifugiati sono bambini e ragazzi” ha detto il Pontefice. “Molti di essi non frequentano la scuola, mancano di beni essenziali, vivono in campi-profughi o, addirittura, in detenzione. Il dramma dei rifugiati chiede alla comunità internazionale di impegnarsi a curare non solo i sintomi, ma prima di tutto le cause del problema: a prevenire, cioè, i conflitti promuovendo la giustizia e la solidarietà in ogni ambito della famiglia umana”. Dopo la recita della preghiera mariana, il Papa ha rivolto il suo pensiero al Medio Oriente: “Ancora una volta, vi sono stati giorni di sangue e di morte per gli abitanti della Terra Santa, entrati in un vortice senza fine di violenze e di rappresaglie. A tutti vorrei ripetere l’appello già sovente rivolto in passato: Non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono. Lo ricordo di nuovo oggi con accresciuto convincimento, rivolgendomi a tutti gli abitanti della Terra Santa. Esorto poi la comunità internazionale a non stancarsi di aiutare israeliani e palestinesi a ritrovare il senso dell’uomo e della fraternità per tessere assieme il loro futuro. Voglia la Vergine Santissima intercedere per tutti noi, affinché Dio ci renda strumenti della sua pace”.Misna