“Cristo è la speranza dell’Europa”. Inizia così il messaggio inviato da Giovanni Paolo II all’arcivescovo di Vienna, card. Christoph Schönborn, in occasione dell’inaugurazione del “Mitteleuropäischer Katholikentag 2003” avvenuta ieri nella capitale austriaca con la celebrazione dei Vespri per la pace. “Questo – scrive il Pontefice – è un buon avvio che rafforzerà molti cristiani nella forza della nostra santa fede”, aiuterà “a guarire le ferite causate dalla disumana divisione del nostro continente” e “a collaborare con la forza dei fatti alla grande casa comune europea”. Ricordando, poi, come, all’inizio del proprio pontificato, aveva invitato i fedeli ad “aprire le porte a Cristo”, il Papa incoraggia oggi gli abitanti di Vienna, “città tanto importante nel cuore dell’Europa dal punto di vista storico, culturale e non ultimo religioso, a richiamare ancora una volta al cuore queste parole” perché, “se l’Europa vuole essere una fratellanza riconciliata di uomini e di popoli che si incontrano nel rispetto e nel benessere consolidato, Cristo deve darle un’anima!”. Come in passato, i cristiani hanno plasmato con i loro valori il continente, “anche oggi e per il futuro danno la propria disponibilità alla realizzazione della società europea”. La forza per farlo “viene dal messaggio del Vangelo, che continua a comunicare valori validi sia per la vita dei singoli sia per la società. La strada comune per il futuro” diventerà allora più accessibile, “se gli uomini dell’Europa aderiranno alle loro radici cristiane e da queste trarranno le misure per i rapporti sociali e politici”. Il Santo Padre conclude incoraggiando “a non stancarsi di parlare, nell’attuale situazione, del Vangelo della speranza, che la Chiesa ci pone davanti con chiarezza” e che “tutti i cristiani sono chiamati a far conoscere, celebrare e servire”. È, per questo, “che il Katholikentag” invita i fedeli a percorrere insieme “la strada della riconciliazione’ verso i grandi santuari delle rispettive nazioni”. Questo servirà, insieme al conclusivo pellegrinaggio comune al santuario di Mariazell in Austria nel maggio del 2004, “a rendere capaci di costruire, insieme a tutti gli uomini di buona volontà, una nuova Europa”. Sir