Il mio pensiero va, in particolare, all’Iraq e a quanti sono coinvolti nella guerra che là imperversa. Lo ha detto ancora una volta domenica Giovanni Paolo II affacciandosi alla finestra del suo studio, nel palazzo apostolico vaticano, per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in piazza San Pietro. Penso in modo speciale – ha proseguito con tono commosso – all’inerme popolazione civile che in varie città è sottoposta a dura prova. Voglia Iddio che finisca presto questo conflitto per fare spazio ad una nuova era di perdono, di amore e di pace. Per ottenere tale fine, ha aggiunto, occorre ripartire dallo spirito che animava il Beato Giovanni XXIII: spirito di fede, anzitutto, e insieme di realistica e lungimirante saggezza. Giovanni Paolo II ha infatti ricordato che nell’enciclica Pacem in terris’, pubblicata dal suo predecessore, egli annoverava tra i segni dei tempi’ il diffondersi della persuasione che le eventuali controversie tra i popoli non debbono essere risolte con il ricorso alle armi; ma invece attraverso il negoziato’ (parte III: AAS 55 [1963], 291). Purtroppo, questo positivo traguardo di civiltà non è stato ancora raggiunto. Ricordando che quarant’anni or sono, l’11 aprile del 1963, il Beato Giovanni XXIII pubblicava l’enciclica, nella quale tracciava le grandi linee di un’efficace promozione della pace nel mondo, Giovanni Paolo II ha sottolineato che tale documento magisteriale si rivela anche oggi di straordinaria attualità. Costruire la pace è un impegno permanente. La realtà di questi giorni lo dimostra in modo drammatico. Il Pontefice ha poi affidato l’impegno per la pace soprattutto ai giovani. Li incontrerò domenica prossima, nella Giornata ad essi dedicata. È indispensabile educare le nuove generazioni alla pace, che deve diventare sempre più stile di vita, fondato – come insegna Papa Giovanni – sui quattro pilastri’ della verità, della giustizia, dell’amore e della libertà. Le Giornate Mondiali della Gioventù costituiscono in tal senso un meraviglioso itinerario di educazione alla fraternità, un laboratorio di pace e di speranza per il futuro dell’umanità.MisnaEcco il testo dell’Angelus:Carissimi Fratelli e Sorelle!1. Quarant’anni or sono, l’11 aprile del 1963, il Beato Giovanni XXIII pubblicava l’Enciclica Pacem in terris, nella quale tracciava le grandi linee di un’efficace promozione della pace nel mondo. L’Enciclica si rivela anche oggi di straordinaria attualità. Costruire la pace è “un impegno permanente”. La realtà di questi giorni lo dimostra in modo drammatico.Il mio pensiero va, in particolare, all’Iraq e a quanti sono coinvolti nella guerra che là imperversa. Penso in modo speciale all’inerme popolazione civile che in varie città è sottoposta a dura prova. Voglia Iddio che finisca presto questo conflitto per fare spazio ad una nuova era di perdono, di amore e di pace.2. Per ottenere tale fine, occorre ripartire dallo spirito che animava il mio venerato Predecessore: spirito di fede, anzitutto, e insieme di realistica e lungimirante saggezza. Nell’Enciclica, egli annoverava tra i “segni dei tempi” il diffondersi della “persuasione che le eventuali controversie tra i popoli non debbono essere risolte con il ricorso alle armi; ma invece attraverso il negoziato” (parte III: AAS 55 [1963], 291). Purtroppo, questo positivo traguardo di civiltà non è stato ancora raggiunto.Desidero affidare l’impegno della pace soprattutto ai giovani. Li incontrerò domenica prossima, nella Giornata ad essi dedicata. E’ indispensabile educare le nuove generazioni alla pace, che deve diventare sempre più stile di vita, fondato – come insegna Papa Giovanni – sui “quattro pilastri” della verità, della giustizia, dell’amore e della libertà. Le Giornate Mondiali della Gioventù costituiscono in tal senso un meraviglioso itinerario di educazione alla fraternità, un laboratorio di pace e di speranza per il futuro dell’umanità.3. In preparazione alla Giornata della Gioventù, come è ormai tradizione, incontrerò i giovani di Roma e delle Diocesi del Lazio in uno speciale momento di preghiera e di festa, che avrà luogo nel pomeriggio di giovedì prossimo 10 aprile, in Piazza San Pietro. Alla luce del tema “Ecco la tua Madre!”, affiderò i giovani presenti alla Vergine Santa e consegnerò a ciascuno una corona del Rosario, che li aiuti nella preghiera.Con grande fiducia continuiamo a rivolgerci alla Madonna, pregando per la pace in Iraq e in ogni altra parte del mondo.