Vita Chiesa

GUERRA IRAQ: LE CHIESE EUROPEE DEPLORANO L’ATTACCO

“Fallimento della politica, sconfitta per l’umanità, solidarietà alle vittime delle parti in lotta”: la notizia dell’attacco angloamericano avvenuto all’alba di oggi in Iraq ha provocato la reazione da parte dei vari episcopati europei. “Questa guerra è espressione del fallimento della politica” affermano in una dichiarazione congiunta, diffusa subito dopo la notizia dell’attacco, il card. Karl Lehmann, presidente della Conferenza episcopale, Manfred Kock, presidente del consiglio della Chiesa evangelica e il vescovo Walter Klaiber, presidente della comunità di lavoro delle Chiese cristiane (Ack).

“In questo momento, le Chiese e le comunità cristiane, così come molte persone in tutto il mondo, che avevano diffidato dall’intraprendere un passo di questo genere, provano una grande tristezza”, si legge nel comunicato, “perché non può esserci guerra per volontà di Dio; è sempre una sconfitta per l’umanità”. Le Chiese sottolineano la propria “opposizione” alla “via di spargimento di sangue, ora imboccata”, poiché, si afferma, “non vediamo una sua giustificazione a livello etico o di diritto internazionale”

Una dura condanna all’attacco militare Usa sferrato in Iraq, unita alla speranza che “il conflitto termini il prima possibile”, è stata espressa anche dai vescovi del Belgio. “La guerra – affermano – è sempre uno scacco per l’umanità. Ora che è scoppiata, il nostro pensiero va innanzitutto alle vittime innocenti che il conflitto causerà, come pure a tutti coloro che soffriranno per la violenza dei combattimenti”. Di qui l’invito “a tutti i membri delle nostre comunità” ad “intensificare la preghiera e la penitenza per invocare da Cristo il dono della pace”.

“Riteniamo che non siano stati fatti tutti gli sforzi possibili per trovare un’alternativa alla guerra, e ci rammarichiamo che agli ispettori dell’Onu non sia stato consentito di completare il proprio lavoro in Iraq”. Ad affermarlo è il segretario generale della Kek (Conferenza delle Chiese europee), rev. Keith Clements. La Kek sollecita il rispetto degli “accordi internazionali e delle convenzioni sul trattamento dei combattenti e dei non combattenti”, e chiede inoltre “che tutte le vittime, in particolare i senzatetto, gli sfollati e i rifugiati, gli ammalati e i bambini, vengano soccorsi con gli aiuti umanitari il prima possibile e senza costrizioni imposte da interessi militari”. Sir