Vita Chiesa

S. MINIATO, E’ MORTO MONS. VASCO SIMONCINI

Nella notte tra la domenica 23 e lunedì 24 febbraio, è morto mons. Vasco Simoncini, vicario generale della diocesi di San Miniato e fondatore della Federazione Italiana Settimanali Cattolici. I funerali si terranno a San Miniato alle ore 15 di martedì 25 febbraio nella chiesa del SS.Crocifisso presieduti dal vescovo diocesano mons. Edoardo Ricci.

Giornalista di prim’ordine, si avvicinò al settimanale diocesano “La Domenica” ai tempi del seminario. Il giornale che il vescovo Ugo Giubbi volle come voce libera nell’Italia fascista, ebbe all’inizio in Simoncini un apprezzato collaboratore. Quando la prima generazione di “giornalisti-sacerdoti”, si fece da parte, fu lui a prendere in mano il settimanale diocesano assumendone le vesti di responsabile. Contemporaneamente intraprese contatti con gli altri settimanali diocesani che si pubblicavano in Italia e fu tra i fondatori della Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici. “Accompagnò il viaggio della stampa locale cattolica italiana attraverso gli anni Settanta e Ottanta con il suo stile penetrante di prete toscano della razza migliore, attento ai segni dei tempi” – commentò Giuseppe Cacciami, in occasione del suo giubileo sacerdotale.

Si impegnò nella Fisc organizzò circa vent’anni fa un congresso nazionale, proprio a San Miniato. Amò il suo giornale “La domenica” coltivandolo con intelletto d’amore, in una coriacea difesa delle sue peculiarità territoriali ed insieme in una capacità sorprendente di legare insieme il piccolo territorio con la più vasta chiesa italiana. Fu un sostenitore delle aggregazioni fra le testate, ed eccolo negli anni Sessanta gettare le basi con i sacerdoti Frosini e Caroli di Pistoia per la nascita della cooperativa “Vita” a cui “La Domenica” si legò quando non sussistevano più le condizioni per una stampa autonoma del giornale, e fu tra i “pensatori” della Cooperativa Firenze 2000 che pubblica attualmente “Toscana Oggi”, di cui ha mantenuto, fino ad oggi, il titolo di coordinatore dell’edizione. Fu promotore del quotidiano “Avvenire” e profondo conoscitore dei mezzi di comunicazione sociale. Il suo nome è legato, nel mondo cattolico anche al suo ruolo svolto nell’Istituto del Dramma Popolare, l’unico struttura in Italia che manda in scena opere legate al “Teatro dello Spirito” e che lo hanno visto per più di un quarto di secolo vicepresidente. Fu Socio, e consigliere della Cassa di Risparmio di San Miniato e fondatore nel 1958 dell’Istituto “Stella Maris” per venire in aiuto a giovani con problemi psichici e alle loro famiglie.

SchedaNato a Crespina il 22 novembre 1920, entrò nel 1932, durante l’episcopato del vescovo Ugo Giubbi, in seminario a San Miniato (Pi) e fu ordinato sacerdote il 27 giugno 1943. Subito in parrocchia a Parlascio, un piccolo paese della Valdera, fino al 1944 come vicario ausiliare e fino all’ottobre del 1948 come parroco. Contemporaneamente diviene anche l’incarico di cappellano a Casciana. Sono gli anni della guerra e il giovane sacerdote si prodiga a portare il messaggio di pace, ad amministrare i sacramenti tra gli sfollati. Passata la guerra ecco che riprende possesso della modesta canonica dando vita ad alcuni gruppi giovanili.

Dal 1 gennaio 1949 venne nominato canonico della Cattedrale di San Miniato. E’ il più giovane ad avere questo titolo. A San Miniato insegna in seminario e all’istituto magistrale, è assistente dell’azione cattolica e dell’Amci, si occupa dell’ufficio catechistico, è direttore spirituale del seminario. Nella ricorrenza dei SS. Pietro e Paolo del 1962 è nominato dal vescovo Beccaro proposto della Cattedrale e nel 1974 diviene vicario generale della diocesi per mano di mons. Ghizzoni. L’11 giugno del 1986 la diocesi perdeva improvvisam ente il suo vescovo, il “pastore buono” e il collegio dei consultori nominò all’unanimità mons. Simoncini amministratore diocesano. Con umiltà e saggezza si prodigò per attenuare i dolori della “vedovanza”. Viaggiò in tutta la diocesi, per amministrare le cresime, senza risparmiarsi, rispose a chiunque si rivolgeva a lui per ascoltare, esortare, consigliare. Tutti i santi patroni delle parrocchie lo ebbero come celebrante principale.

Affrontò problemi di notevole importanza: la riduzione delle parrocchie e il funzionamento dell’Istituto diocesano per il sostentamento del Clero allora in fase di “rodaggio”. Un altro avvenimento di rilievo fu l’apertura della casa per il clero anziano, che lui inaugurò il 25 agosto 1986, dove si era trasferito di recente. Il nuovo vescovo Edoardo Ricci, nel 1987, lo confermò vicario generale della diocesi, incarico che ha mantenuto fino a che le forze lo hanno sostenuto, e solo negli ultimi mesi, il vescovo ha provveduto alla nomina del pro-vicario.