«Vangelo on line per meglio diffondere la parola di Dio, Internet un modo per essere Chiesa nel terzo millennio. Lo diceva, senza giri di parole, Giovanni Paolo II all’inizio di questo 2002, il 24 gennaio, annunciando il messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali. E così, al termine di un anno in cui si è molto parlato e riflettuto di Chiesa in rete, si può verificare che la solenne esortazione pontificia non è caduta nel vuoto ed ha infuso nuova linfa: un popolo di cattonavigatori che solo in Italia può contare su ben 7 mila siti, attivati in tutte le realtà ecclesiali». Lo afferma Francesco Diani, curatore della storica lista dei Siti cattolici. In quest’ultimo anno, spiega Diani sono sorti 1586 nuovi siti, 500 dei quali negli ultimi tre mesi. 287 sono invece links non più raggiungibili che sono stati cancellati dalla Lista dei Siti Cattolici in Italiache, dal giugno 1997, registra le presenze del mondo ecclesiale in Rete. Un trend di crescita del 22,8% ma che, probabilmente, a fine 2002 toccherà un + 25%.«L’incremento maggiore – spiega ancora Diani – è stato registrato dai siti di espressione culturale (Università, Istituti di Scienze religiose e, soprattutto, Centri Culturali) con un +35%, seguiti dalle Aggregazioni laicali (+30%). Sotto la media, invece, i siti della Chiesa istituzionale (Diocesi e Uffici Pastorali), cresciuti solo del 14% e del mondo dell’informazione popolato da giornali e riviste, case editrici, settimanali diocesani (+10,7%). E’ questa la categoria che comprende il sito della rivista per i catechisti Credere Oggi delle Paoline che ha avuto l’onore di far tagliare il traguardo delle settemila presenze».A dimostrare questa presenza sempre più capillare della Chiesa basta osservare che i più numerosi sono i siti delle parrocchie (1643, pari al 23,5% del totale) e delle associazioni e movimenti ecclesiali che si attestano al 20,3% (1422 siti). Seguono, staccati, gli ordini e istituti religiosi che sono all’11,4% (796) e via via gli altri con quote inferiori al 10%.«Numeri sempre più grandi, ma che richiedono di essere letti con cautela per non cadere in facili illusioni. Più strumenti non comportano, per automatismo magico, più comunicazione – richiamava Dino Boffo al recente Convegno Parabole mediatiche – tanti, tantissimi siti Internet non risolvono il problema Internet. Oggi aprire un sito è facilissimo. Ma per comunicare che cosa? Chi ci sta ad ascoltare, chi visita i nostri siti? E perché li abbiamo costruiti?».