L'”abuso” che ha causato la “crisi” del clero americano “è sbagliato sotto tutti gli aspetti ed è giustamente considerato un crimine dalla società”, ma non può far “dimenticare l’immenso bene spirituale, umano e sociale che la grande maggioranza dei preti e del religiosi negli Stati Uniti hanno fatto e ancora fanno”. Il Papa non ha usato esplicitamente la parola “pedofilia”, aprendo in Vaticano l’incontro interdicasteriale con i cardinali statunitensi, ma si è detto “profondamente rattristato” dai fatti che hanno coinvolto, nei mesi scorsi, preti e religiosi in episodi di abusi sessuali su minori, e a causa dei quali “la Chiesa stessa è guardata con sfiducia, e molti sono offesi dal modo in cui i leader della Chiesa hanno agito”. L’abuso che ha causato questa crisi, oltre ad essere “giustamente considerato un crimine dalla società”, è anche “un peccato scioccante agli occhi di Dio”, ha proseguito il Papa, esprimendo il suo “profondo senso di solidarietà e preoccupazione” alle vittime e alle loro famiglie. A proposito della condotta del clero statunitensi in tali difficili circostanze, Giovanni Paolo II ha precisato: “La generalizzata mancanza di conoscenza della natura del problema e, a volte, il consiglio di esperti clinici hanno portato i vescovi a prendere decisioni che eventi successivi hanno rivelato essere sbagliate”. Ma ora, ha detto il Papa rivolgendosi direttamente ai presenti, “state lavorando per stabiliti criteri più efficaci ad assicurare che tali errori non vengano ripetuti”. “Criteri necessari”, li ha definiti il Pontefice, ma “non possiamo dimenticare il potere della conversione cristiana, quella radicale decisione di allontanarsi dal peccato e di tornare a Dio, che raggiunge le profondità dell’anima di una persona e può provocare straordinari cambiamenti”.“L’abuso sui giovani – ha detto il Papa – è un grave sintomo di crisi che affligge non soltanto la Chiesa ma la società intera”: si tratta di “una profonda crisi della moralità sessuale, perfino delle relazioni umane, e le prime vittime sono le famiglie e i giovani”. La Chiesa, ha precisato con forza il Santo Padre, si occupa del “bene spirituale delle anime”, e nel sacerdozio e nella vita religiosa “non c’è spazio per coloro che vogliono fare del male ai giovani. I vescovi e i preti sono totalmente sottomessi alla pienezza della verità cattolica in materia di morale sessuale, una verità essenziale per il rinnovamento del sacerdozio e dell’episcopato così come del matrimonio e della vita familiare”. Invitando i vescovi americani “a reagire alla crisi presente basandosi sulle solide fondamenta della fede e su una genuina carità pastorale per le vittime”, il Papa ha concluso il suo discorso auspicando una “purificazione dell’intera comunità cattolica”: “così tanto dolore, così tanta tristezza – ha detto – devono portare ad un sacerdozio più santo, ad un episcopato più santo, ad una Chiesa più santa”.Vai all’articoloSir