Mondo
Brexit: Ue prepara il «no deal». Possibili «gravi perturbazioni per cittadini e imprese»
(Bruxelles) La Commissione europea continua a lavorare per preparare lo scenario del Brexit senza accordo il 1° novembre 2019, ipotesi che «rimane possibile, anche se indesiderabile», dice una nota della Commissione che oggi ha fatto il punto sulle misure di preparazione e di emergenza dell'Ue messe in campo per l'uscita della Gran Bretagna.
Sono già 18 le proposte legislative adottate dal Parlamento europeo e dal Consiglio in caso di «no-deal». Nel prossimo Consiglio sarà adottata anche la proposta di regolamento di emergenza sul bilancio dell’Ue per il 2019. A ciò vanno aggiunti 63 atti non legislativi e 93 avvisi preparati dalla Commissione. Nonostante l’ulteriore rinvio dell’uscita al 31 ottobre, la Commissione ha convenuto che «non è necessario modificare nel merito alcuna misura», poiché «rimangono idonee allo scopo». Tuttavia dalla Commissione oggi arriva l’invito a tutte le parti interessate «a sfruttare i tempi supplementari» per «garantire che i Paesi Ue abbiano adottato tutte le misure necessarie» in caso di Brexit. In particolare oggi ha dato indicazioni su settori quali la residenza dei cittadini e i diritti alla sicurezza sociale, le dogane e la fiscalità, i trasporti, la pesca, i servizi finanziari nonché i medicinali, i dispositivi medici e le sostanze chimiche.
Nel caso di «no-deal» non ci sarà periodo di transizione, e sono da prevedere «gravi perturbazioni per i cittadini e le imprese», e pesanti ricadute economiche negative «proporzionalmente maggiore nel Regno Unito rispetto agli Stati membri dell’Ue27». Inoltre, prima di discutere di futuri accordi, il Regno dovrà chiarire come «proteggerà i diritti dei cittadini che godevano del diritto alla libera circolazione prima della Brexit», come onorerà gli obblighi finanziari assunti come Stato membro e come «preserverà la lettera e lo spirito dell’Accordo del Venerdì Santo e la pace nell’isola d’Irlanda, nonché l’integrità del mercato interno».
È ora disponibile una linea gratuita raggiungibile da ogni Paese Ue in ogni lingua (00 800 6 7 8 9 10 11 ) per porre le proprie domande sulle implicazioni di uno scenario senza accordo.