Toscana

Caritas Firenze, bambini ucraini ai centri estivi: l’accoglienza si fa anche così

Una tragedia immane, nel cuore dell’Europa, con la prospettiva di atrocità ancora lunghe. Una tragedia che ha richiesto una risposta rapida e continuativa, possibile solo grazie a una rete di accoglienza strutturata, per rispondere almeno ai bisogni più urgenti. Caritas e Fondazione Caritas hanno concretizzato percorsi di accoglienza per tutte le duecento persone ospitate sul territorio della diocesi fiorentina. Marzio Mori, responsabile dell’area servizi alla persona e area richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale della Fondazione Caritas Firenze, spiega quanto stanno facendo i volontari per aiutare gli ucraini a integrarsi e rendere meno dura la lontananza dalla madrepatria.«Abbiamo realizzato un percorso di accoglienza preciso e istituzionale, con canali ben rodati. Far fronte a un dramma come questo richiede costanza e organizzazione. I bisogni sono tanti, il primo un tetto sicuro». Mori illustra poi le strutture dedicate all’accoglienza degli ucraini: 28 in totale, di cui 27 appartamenti e una struttura collettiva. «C’è una grande collaborazione con i volontari delle parrocchie che hanno subito risposto presente di fronte all’emergenza. C’è stata anche una risposta spontanea, canalizzata dalla diocesi, da parte di persone che hanno messo a disposizione alcuni appartamenti». Gli ospiti, spiega, «vengono da tutti i territori dell’Ucraina. Alcuni sono scappati preventivamente. Molti non hanno avuto altra scelta. Molte delle persone che abbiamo accolto avevano uno stile di vita da classe media, scomparso dall’oggi al domani, anche se – ne sono molto contento – alcuni hanno trovato un lavoro, che gli permetterà di ricostruirsi una vita quasi normale».Ci sono poi i bambini, che più degli altri soffrono lo sradicamento dalla propria terra, subito inseriti nei percorsi scolastici. «Abbiamo pensato anche ai centri estivi per stare tutti insieme anche quando la scuola è finita. Bambini e bambine continueranno a giocare e a divertirsi con i coetanei, in questo modo non ci sono interruzioni nel loro percorso di inserimento». I centri estivi si svolgono nell’impianto sportivo delle Cascine del Riccio, di proprietà del Comune e gestito da Fondazione Caritas attraverso l’associazione sportiva San Paolino e prevedono sport ma anche attività ludico-ricreative. I volontari di Caritas e Fondazione si occupano di prendere e riportare al termine della giornata tutti partecipanti agevolando le famiglie.Di fianco alla situazione drammatica degli ucraini, si registra una crisi senza precedenti, combinato di recessione economica e inflazione, che travolge fasce di popolazione che prima avevano uno status di benessere consolidato. Le reti di assistenza e solidarietà che frenano l’impatto di fenomeni come la pauperizzazione diventano sempre più rilevanti, un vero welfare sul campo. Marzio Mori si occupa di politiche di contrasto alla povertà per Federsanità Anci Toscana e ha una prospettiva sui fenomeni in atto. «Gli aumenti colpiscono chi non era strutturato. Alla mensa di via Baracca, per tante persone il pasto caldo è l’ultimo sostegno. Il colpo più duro è per chi già viveva in un’economia di sussistenza, chi per intendersi non arriva nemmeno a metà del mese. Sono loro che hanno eroso ulteriormente i propri patrimoni e che sempre più spesso si rivolgono a noi». Per limitare i danni secondo Mori dovrebbero essere incrementate le politiche di sostegno ai redditi e agli stipendi: «Gli ammortizzatori sociali hanno contenuto l’esplodere di una situazione ma non saranno sufficienti. Dobbiamo lavorare sulla prevenzione ma anche creare delle situazioni non stigmatizzanti affinché tutti si sentano parte di una comunità e non esclusi. Ci vuole un’attenzione nuova».Mentre l’attenzione mediatica e dell’opinione pubblica sull’Ucraina, dopo l’infodemia dei primi mesi, diminuisce, c’è chi ogni giorno s’impegna concretamente affinché abbiano una vita dignitosa, al pari di tutti coloro che dall’oggi al domani sono stati travolti dalle conseguenze economiche della guerra.