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Commissione Ue, richiami all’Italia su reddito di cittadinanza e «quota 100»

«Italia, Grecia e Cipro presentano squilibri eccessivi». È il verdetto emesso oggi dalla Commissione Ue pubblicando i Country Report nell'ambito della procedura del «Semestre europeo».

Lo scorso novembre l’esecutivo aveva avviato esami su 13 Stati membri «per accertare l’eventuale presenza di squilibri macroeconomici e valutarne l’entità». La Commissione conclude che i 13 Stati «presentano tutti squilibri o squilibri eccessivi, ma che in alcuni casi l’entità degli squilibri è diminuita». I risultati degli esami sono così riassunti: Bulgaria, Germania, Spagna, Francia, Croazia, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo, Romania e Svezia presentano «squilibri economici»; per Italia, Grecia e Cipro, appunto, si parla di «squilibri eccessivi». Particolarmente impietosa l’analisi della situazione italiana tratteggiata dai commissari Dombrovskis, Moscovici e Thyssen: il debito elevato, la scarsa capacità di crescita del sistema produttivo, il Pil vicino al livello zero (0,2%), la scarsa produttività e alcune riforme ritenute controproducenti mettono l’Italia a rischio e ne fanno una minaccia per l’Eurozona («rischi di rilevanza transnazionale»).

L’Italia, ha dichiarato Pierre Moscovici, «deve migliorare le sue finanze pubbliche, l’efficienza della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario, rafforzare il sistema finanziario».

Tra le obiezioni sollevate dalla Commissione Ue sull’Italia e i conti pubblici, nonché sulle politiche economiche del governo Lega-M5S, figurano quelle sul reddito di cittadinanza («il costo sembra molto elevato, lo 0,45% del Pil, che per l’Italia è molto e occorre verificarne la sostenibilità») e sulla riforma delle pensioni («la manovra 2019 include misure che rovesciano elementi di importanti riforme realizzate in precedenza, in particolare sulle pensioni»).

 Il Country Report dedicato all’Italia sostiene che la recente legge di bilancio del governo Conte non favorisce lo sviluppo economico nazionale, mentre continuerà a crescere il debito pubblico. Inoltre le «politiche del lavoro italiane rimangono deboli» a fronte di una elevata disoccupazione, tra le più alte in Europa. Una nuova revisione dei conti dell’Italia è già annunciata per la prossima primavera.

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