Prato
Prato, la Via Crucis intorno all’ospedale. Il vescovo Nerbini annuncia la dedicazione della cappella ad Acutis
Mons. Nerbini: «Un santo dei nostri giorni al quale chiediamo di essere il mediatore per i nostro malati»

«Carlo Acutis è un santo dei nostri giorni, nella sua vita ha sperimentato il dolore in maniera piena, assoluta, gli chiediamo di essere il mediatore per i nostri malati, affinché ciascuno, nel proprio letto, possa trovare consolazione, speranza». Lo ha detto il vescovo di Prato Giovanni Nerbini annunciando che la cappella dell’ospedale Santo Stefano sarà dedicata al Beato Carlo Acutis, prossimo alla canonizzazione. La prima domenica dopo Pasqua infatti, durante il Giubileo degli Adolescenti, papa Francesco lo proclamerà santo. L’annuncio è avvenuto questo pomeriggio, prima della Via Crucis del venerdì santo, celebrata intorno alla struttura ospedaliera e partecipata dal personale e dalle associazioni di volontariato che prestano servizio in ospedale e in ambito sanitario.
«Un Santo nuovo per un ospedale nuovo – spiega Stefania Cecchi, direttrice di Pastorale sanitaria della Diocesi di Prato –, Carlo è morto a 15 anni per una leucemia fulminante, durante il suo ricovero gli infermieri e i medici rimasero stupiti per il modo in cui affrontava la malattia e la sofferenza. La sua è stata una bellissima testimonianza, mentre era in ospedale pensava alla fatica degli infermieri e degli operatori sanitari che lo avevano in cura. Questi fatti sono riferiti dalla mamma Antonia. Ci è sembrato il Santo più adatto al quale dedicare la cappella ospedaliera», conclude Stefania Cecchi.
Nella piccola chiesa dell’ospedale è stato posto dietro l’altare un quadro raffigurante Carlo Acutis, fornito dal giornalista pratese Nicola Gori, postulatore della causa di beatificazione. Questo spiega anche lo speciale legame tra il futuro santo e Prato, dove da tempo c’è una speciale venerazione per questo ragazzo morto nel 2006 e amato in tutto il mondo. Il vescovo Nerbini ha benedetto l’immagine di Acutis alla presenza della direttrice del presidio ospedaliero Maria Teresa Mechi, del vice direttore Dante Mondanelli e di Monica Chiti, responsabile della direzione infermieristica del Santo Stefano.
Con l’annuncio di questa dedicazione è iniziata la Via Crucis in ospedale presieduta dal vescovo Nerbini e concelebrata dai cappellani padre Giacomo Mucia e don Carmelo Fusco. La pioggia annunciata nel giorno di oggi ha concesso una tregua e la croce è stata portata come da programma intorno alla struttura del Santo Stefano. Le riflessioni offerte nelle sette stazioni previste, che hanno ripercorso il cammino di Cristo verso la morte, erano dedicate al Giubileo e al tema della speranza.
È dall’anno del Covid, durante le pesanti restrizioni imposte dalla pandemia, che la Diocesi di Prato ha scelto di celebrare il rito della Via Crucis, il giorno del venerdì santo, all’ospedale Santo Stefano, come segno di vicinanza nei confronti di coloro che stanno soffrendo a causa di una malattia.
La proposta fu del vescovo Giovanni e dell’allora cappellano ospedaliero don Carlo Bergamaschi, «se è vero che la croce è segno di morte – disse monsignor Nerbini – è vero anche che essa preclude sempre al giorno di Pasqua, alla risurrezione, vuol dire segnare con la speranza questo momento di dolore per tante persone e le loro famiglie».
La Pastorale sanitaria di Prato assicura una presenza settimanale nei reparti dell’ospedale. Due volontari, in accordo con l’Asl, si recano in visita ai degenti per portare loro una parola di conforto e fornire una assistenza di tipo spirituale. Un servizio offerto alle persone interessate e promosso in collaborazione con i cappellani, il cui compito è quello di portare la Comunione ai malati ed essere a disposizione per i sacramenti. La cappella dell’ospedale, presto cappella San Carlo Acutis, è sempre aperta. Ogni giorno viene celebrata la messa alle ore 6,30; nei festivi e prefestivi anche alle ore 16,30. Domani, sabato santo, si celebra la veglia pasquale alle ore 17,30. In occasione dell’Anno Santo, il primo giovedì del mese si tiene l’Adorazione eucaristica dalle 15,30 alle 16 per ottenere l’indulgenza giubilare.




