Toscana

Firenze, due senza fissa dimora trovati morti. Gambelli: “Nessuno sia abbandonato nella sofferenza e muoia in solitudine”

L'autopsia è stata disposta dalla procura su entrambi i cadaveri per accertare le cause del decesso che sembrerebbero per cause naturali

A Firenze, nel centro storico, sono stati rinvenuti senza vita due senza fissa dimora. Il cadavere del primo uomo è stato trovato ieri, l’altro all’alba di oggi in piazza Tasso. L’autopsia è stata disposta dalla procura su entrambi i cadaveri per accertare le cause del decesso, che sembrerebbero per cause naturali in base ai primi accertamenti.

Su questo è intervenuto l’arcivescovo di Firenze, mons. Gherardo Gambelli: “Il dolore è profondo per i due clochard trovati senza vita in una piazza della nostra città. Compassione è il sentimento che ci deve unire tutti in un momento come questo, mentre il pensiero triste va a chi è morto da solo per strada. Come cristiani siamo chiamati ad essere segno della presenza del Signore specialmente per i bisognosi, per farci prossimi e lenire le loro ferite. Non stanchiamoci mai di operare nella carità, di provare la stessa compassione di Gesù davanti ai poveri. Le istituzioni, la Caritas e tante altre realtà sono impegnate ogni giorno per individuare chi ha bisogno di aiuto, anche se a volte questo viene rifiutato, e dobbiamo proseguire insieme e fare quanto più possibile perché nessuno sia abbandonato nella sofferenza e muoia in solitudine”.

Alcuni abitanti della zona hanno indetto un appuntamento per questo pomeriggio alle 19 in piazza Tasso. “Sono morte due persone, tra quelle che ogni giorno, e ogni notte, vivono in questo spazio comune – c’è scritto nell’invito sui social -. È una notizia che ci colpisce e che non possiamo ignorare, come spesso succede quando leggiamo distrattamente una notizia di questo tipo sui giornali. Piazza Tasso è il cuore del nostro quartiere, uno dei pochi spazi pubblici e aperti rimasti: luogo di incontro, di gioco, di passaggio, di scambio. Ogni giorno è animata da bambini, genitori, abitanti del quartiere, persone di passaggio, mercatini e iniziative, ma anche da persone in difficoltà. Questa pluralità è la sua ricchezza, ma rappresenta anche una responsabilità”.

“Per questo – continua il messaggio – vorremmo invitare tutta la comunità che vive e attraversa questo luogo a venire in piazza, creando uno spazio di confronto, presidio e cura, dove parlare di quanto è successo, cosa ci ha portato fino a questa tragica notte e cosa significa, per noi tutti, abitare insieme questo luogo”.