Prato
Prato, il Premio Santo Stefano ha celebrato l’orgoglio pratese
Questa mattina cerimonia di consegna degli Stefanini d’oro 2024-2025 dedicati all’ingegno e alla speranza. Premiate tre aziende del distretto industriale: Macoev, Bartolini srl e Lyria.

Orgoglio tutto pratese per una realtà industriale capace di avere successo in modo etico e sostenibile, la fiducia nel futuro nonostante le difficoltà di questo complesso periodo storico. La quindicesima edizione del Premio Santo Stefano ha confermato la vivacità del distretto di Prato e ne ha riconosciuto la qualità conferendo anche quest’anno il riconoscimento a tre aziende, due del settore tessile, Bartolini srl e Lyria, e una, Macoev, impegnata nella trasformazione digitale come solution provider. «Abbiamo premiato la lungimiranza e la visione degli imprenditori e lo abbiamo fatto in un momento in cui l’attenzione mediatica è rivolta alle criticità, oggi raccontiamo la Prato bella e vera su cui possiamo contare», ha detto Dalila Mazzi, presidente della Camera di Commercio di Pistoia e Prato, uno degli enti promotori dell’iniziativa.
Questa mattina, nell’auditorium della Camera di Commercio, sono stati conferiti gli «Stefanini d’oro», premi chiamati così alla stregua del noto Ambrogino milanese, pensati dalla città di Prato per rendere omaggio alle imprese virtuose, che operano nel mercato rispettando le regole della concorrenza, i diritti dei lavoratori e la sostenibilità ambientale e sociale. Il Premio Santo Stefano, dal nome del patrono cittadino, è promosso da Diocesi, Comune, Provincia, Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Camera di Commercio di Pistoia e Prato e Comune di Montemurlo, e nacque nel 2010 per la felice intuizione dell’allora vescovo Gastone Simoni e dell’imprenditore Giovanni Masi, brillante promotore di tante iniziative pratesi. In quindici edizioni lo Stefanino è andato a 54 aziende del distretto produttivo di Prato. Di queste, 35 sono del comparto tessile, le altre sono impegnate in diversi settori: alimentare, edile, elettronica e hi-tech, cosmetico e meccanico.
La cerimonia è stata introdotta da un talk show, condotto dal direttore di Tv Prato Giancarlo Gisonni e dalla giornalista Arianna Di Rubba, al quale hanno partecipato le istituzioni cittadine. La sindaca Ilaria Bugetti, ribadendo l’importanza di un momento celebrativo dell’imprenditoria pratese, come quello del Premio Santo Stefano, ha affermato che l’Amministrazione comunale sta lavorando con il tavolo di distretto affinché «Prato diventi punto di riferimento europeo nel campo dell’economia circolare. A novembre siamo stati a Bruxelles con il tavolo di distretto per parlare con una voce sola di temi legati al riciclo, temi antichi, che conosciamo da sempre, ma assolutamente contemporanei. Dobbiamo andare nei luoghi dove si prendono le decisioni e nelle fiere internazionali». A questo proposito Bugetti ha annunciato la partecipazione di Prato a Ecomondo di Rimini e al Textile Recycling Expo a Bruxelles, due eventi internazionali dedicati al riciclo e alla transizione ecologica. La Sindaca poi ha chiesto l’aiuto del Governo: «c’è bisogno di Roma, dobbiamo lavorare insieme, ma prima occorre capire e rappresentare le caratteristiche del nostro distretto. Anche sul tema della Cassa integrazione, perché le ultime risorse arrivate non avevano modalità adatte per essere utilizzate dalle piccole e medie imprese del tessuto industriale di Prato».
Il vescovo Giovanni Nerbini ha condiviso il percorso intrapreso dalla Chiesa di Prato sul tema del lavoro: «stiamo facendo degli incontri su cinque grandi temi: ambiente, cura, immigrazione, pace e giovani, per mettere in evidenza quelle connessioni che possano permettere alla città di costruire un presente e un futuro migliore». Mons. Nerbini si è detto soddisfatto di questa iniziativa promossa dalla Pastorale sociale della diocesi: «oltre ottanta persone coinvolte per analizzare fenomeni e proporre percorsi di miglioramento». Il percorso di riflessione è nato all’indomani degli episodi di sfruttamento lavorativo avvenuti a Prato nei mesi scorsi e portati all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale.
Il presidente della Provincia e sindaco di Montemurlo Simone Calamai ha parlato dell’importanza della formazione, fondamentale per non disperdere quel bagaglio di conoscenze che ha fatto grande il distretto: «dobbiamo proteggere e salvaguardare le ricchezze del territorio, a partire dalla manodopera. Occorre investire sulla formazione dei giovani, dialogando con la scuola. Tutto questo è necessario per far vedere alle nuove generazioni che c’è possibilità e futuro nel nostro distretto», ha detto Calamai. In rappresentanza della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato era presente la vice presidente Raffaella Pinori, che ha sottolineato «il coraggio degli imprenditori nella loro spinta continua verso la ricerca». Poi ha presentato il festival promosso dalla Fondazione e dal Comune, intitolato «Seminare idee», una iniziativa cittadina nella quale la parola chiave sarà proprio quella del coraggio, «che permette all’uomo di fare scelte non solo motivate dal profitto, ma da valori come l’etica e la salvaguardia dell’ambiente».
I vincitori 2024-2025. Come da tradizione, i nomi delle tre aziende vincitrici sono stati annunciati dal vescovo Giovanni Nerbini al termine del solenne pontificale celebrato nel giorno del patrono, lo scorso 26 dicembre. Per Macoev hanno ritirato il Premio i tre soci Stefano Luccisano, Alessio Fedi e Velesjana Rustemi. Giovane azienda fondata nel 2016, Macoev opera nel campo delle nuove tecnologie come solution provider che accompagna le aziende di ogni settore nell’implementazione di tecnologie per la trasformazione digitale. Bartolini srl, rappresentata dai titolari Massimo Bartolini e Ilaria Gianassi, dal 1997 si occupa della produzione di maglieria made in Italy. È un impresa che valorizza il prodotto italiano dalla campionatura fino alla distribuzione, guidata dai valori dell’innovazione, creatività e rispetto. Oggi conta trenta dipendenti e opera su mercati mondiali. Lyria, fondata e guidata da Riccardo Bruni, è nata a Montemurlo nel 2002 con l’obiettivo di creare tessuti innovativi, unici, vivi e senza tempo. Dopo aver lavorato per vent’anni tessuti per i più importanti fashion designer, dal 2021 Lyria si è aperta al settore dell’interior design.
Gli Stefanini della quindicesima edizione. I Premi, delle vere e proprie opere d’arte, sono stati realizzati da monsignor Daniele Scaccini, vicario generale e direttore dell’ufficio beni culturali della diocesi di Prato. Architetto e con un passato da artista, mons. Scaccini ha dedicato gli Stefanini all’ingegno pratese e al tema della speranza per la coincidenza con l’anno del Giubileo. Al centro dell’opera c’è la spola, classico simbolo dell’industria pratese, all’interno c’è della lana colorata e intorno partono delle «vele» con i colori del Giubileo (giallo, rosso, verde e blu) che rappresentano l’apertura al mondo delle aziende e anche una vela d’oro, simbolo del Premio. Alla base ci sono i sassi del martirio del patrono Santo Stefano. Una coccarda blu e rossa rappresenta la città di Prato. Oltre al tessuto, la presenza del metallo sta a significare la diversificazione del distretto industriale pratese. «È un invito – ha detto mons. Scaccini – ad avere fiducia e speranza nelle situazioni. La città, rappresentata dalla coccarda, riconosce il lavoro delle aziende e lo ritiene importante per costruire nuove opportunità di sviluppo per tutto il nostro territorio».
La cerimonia viene trasmessa integralmente su Tv Prato domani sera, domenica 2 febbraio, alle ore 21,05.




