Giubileo 2025

Giubileo, Gisotti: la professione dei giornalisti è una missione

Prosegue al Carpegna Hotel di Roma il convegno nazionale "A.I. confini della comunicazione". Gli interventi di Alessandro Gisotti, Antonio Preziosi, Marco Ferrando e Celeste Satta

In attesa dell’apertura del Giubileo della Comunicazione con la celebrazione della messa internazionale nella basilica di San Giovanni in Laterano prevista questa sera alle 19, prosegue al Carpegna Hotel di Roma il Convegno nazionale “A.I. confini della comunicazione”.

Ad aprire la mattinata Alessandro Gisotti, vice direttore della direzione editoriale del dicastero per la comunicazione della santa sede, che ha raccontato alcuni episodi del suo percorso professionale a fianco del papa. “La comunicazione fa parte del DNA di ogni essere umano. Il santo padre sa che le comunicazioni più importanti sono quelle legate alle relazioni più rilevanti” ha raccontato, sottolineando che “Il papa paragona il giornalista al buon samaritano: deve essere in grado di farsi prossimo agli ultimi, agli scartati, a chi vive nella periferia”. “È una professione – ha detto – che deve essere vissuta come una missione: il papa ci chiede di trovare e raccontare il bene che emerge in ogni angolo di umanità, anche nelle situazioni più oscure e complesse”.

In seguito l’intervento di Antonio Preziosi, direttore del Tg2, a cui è stato domandato se in un mondo digitalizzato e caratterizzato dall’utilizzo sempre più sfrenato dell’intelligenza artificiale esistono ancora dei confini invalicabili. “Si esistono – ha detto -. Innanzitutto il rispetto della verità sostanziale dei fatti che raccontiamo. Per fare questo dobbiamo essere in grado di verificare le nostre fonti: meglio arrivare secondi con una notizia vera che primi con una notizia falsa”. “Il racconto dei fatti poi – ha proseguito – non deve mai mettere a repentaglio la dignità di ogni persona, e non scadere nel sensazionalismo”. “Inoltre – ha sottolineando parlando del proprio lavoro al Tg2 – possiamo fornire, oltre ai fatti di cronaca, una cassetta degli attrezzi a chi ci ascolta: per esempio quando dobbiamo parlare di violenze di genere, coinvolgiamo esperti per andare oltre la cronaca dando degli strumenti e parlando anche storie di donne che sono riuscite a prevenire questa tragedia”.

Speranza tema centrale anche dell’intervento di Marco Ferrando, direttore delle testate Master in giornalismo all’università di Torino e vice direttore di Avvenire, e Celeste Satta, i quali, riportato alcuni dati di una ricerca di Oxford, hanno dato prospettive presenti e futuro sul mondo della comunicazione. “La ricerca ci dice che le persone oggi richiedono notizie che sappiano suscitare emozioni, che aiutino a comprendere maggiormente i fatti dando nuove prospettive e si sentono maggiormente a loro agio quando sono certi che le notizie sono mediate dall’essere umano” ha detto Ferrando. “I social sono ambienti – ha sottolineato Satta – dove le persone si muovono cercando relazioni. Spesso sono uno strumento con cui possiamo avvicinarli, in particolare i giovani usiamoli senza paure e pregiudizi”.