Il film: “Tofu in Japan”, una delicata commedia nipponica sui rapporti umani
«La ricetta segreta del signor Takano», come recita il sottotitolo, non è solo culinaria, ma ha a che fare con la riconoscenza
“Arigato”, verrebbe da dire dopo aver visto il film: grazie, grazie alla vita, grazie alle persone che ci sono vicine. Grazie al sapore genuino del tofu. A quasi un anno dall’uscita di Perfect Days (v. recensione sul n. 2 di questo giornale uscito in data 14 gennaio 2024) in cui assistevamo all’immersione giapponese di un grande regista europeo, Wim Wenders, alla ricerca della lezione del maestro Yasujiro Ozu, oggi vediamo un altro omaggio al cinema minimale di Ozu fatto però da un connazionale, con un tono più leggero, senza grandi intuizioni registiche, ma con un apprezzabile ricupero di valori umani, affetti famigliari e dedizione al proprio lavoro. Soprattutto con la capacità di andare controcorrente, di dare il giusto valore alle cose, di continuare a imparare l’arte del rispetto e della riconoscenza.
Il signor Takano è un burbero anziano vedovo che vive con la figlia “in una cittadina vicino a Hiroshima, all’inizio di questo secolo”, come recita la didascalia iniziale (e la tristemente nota città resta un elemento sottotraccia nella vicenda). Di mestiere l’uomo realizza il tofu alla vecchia maniera, con le materie prime controllate, una lavorazione manuale, in quantità sufficienti per la vendita diretta e al limite per rifornire un solo supermercato. Ogni proposta di ampliare la produzione tanto da arrivare alla grande distribuzione e perfino all’esportazione è da lui rifiutata senza appello.
Le prime immagini ci mostrano la cura con cui, prima che il sole sorga, Takano segue ogni fase del lavoro. La figlia si aggiunge e partecipa silenziosa a quella che appare come una cerimonia. C’è molto dello spirito zen nel valorizzare ciò che si compie, ogni singolo gesto, ogni passaggio manuale, come se in esso risiedesse il senso della vita. Alla fine, quando fa giorno e il prodotto è ottenuto, padre e figlia bevono un bicchiere di latte di soia gustandone il sapore autentico in modo contemplativo e riconoscente.
La vita scorre regolare, per loro come per i cittadini che vediamo in diverse inquadrature che ricordano i momenti di “stasi trascendente” dei capolavori di Ozu, rievocato esplicitamente dai frequenti passaggi di treni. Il padre ha il suo giro di amici un po’ buffi, la figlia si dedica al negozio, la sera cenano assieme.
A rompere questo equilibrio c’è la scoperta di una malattia per Takano e la conseguente preoccupazione perché la figlia trovi un nuovo marito dopo la brutta esperienza matrimoniale che la ha segnata. Questo è un altro elemento narrativo tipico del cinema di Ozu, toccato con delicatezza in film come Fiori d’equinozio (1958), Tardo autunno (1960) o Il gusto del sakè (1962). Il signor Takano si rivela, invece, assai maldestro nel tentativo di sistemare sua figlia, cercando dei partner che devono piacere prima di tutto a lui e finendo così per suscitare l’irritazione di lei. In più una donna matura, anch’ella ammalata, conosciuta all’ospedale, comincia a rivolgere affettuose attenzioni al padre testardo.
Il tono generale è da “commedia alla giapponese”, con delle figure di contorno a volte caricaturali e sopra le righe, ma è apprezzabile la performance controllata di Fuji Tatsuya nella parte di Takano, attore che i cinefili ricorderanno come interprete dei titoli più noti di un altro maestro, Nagisa Oshima, negli anni Settanta. L’intensità si raggiunge nel finale che è speculare all’inizio, ma a ruoli invertiti. Qualcosa è successo ai personaggi, c’è un passaggio di testimone, ma soprattutto si è imparato a dire “arigato”. Nella confusione dei film delle feste, questo, pur proveniente da una cultura lontana dal cristianesimo, incarna dei valori universali che ci aiutano ad avvicinarci al vero spirito del Natale.
TOFU IN JAPAN – LA RICETTA SEGRETA DEL SIGNOR TAKANO
Regia e sceneggiatura: Mihara Mitsuhiro; fotografia (colore): Suzuki Shuichiro; montaggio: Murakami Masaki; musiche: Taniguchi Naohisa; interpreti: Fuji Tatsuya, Aso Kumiko, Nakamura Kumi; produzione: Altamira Pictures; distribuzione: Academy Two; formato: 1,85:1; origine: Giappone 2023; durata: 120 min.