Firenze

Gambelli, nella notte di Natale il pensiero ai morti sul lavoro

Tanti i temi affrontati dall'arcivescovo di Firenze nell'omelia durante la celebrazione in cattedrale

L'arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli (foto di repertorio)

“Aiutaci Signore in quest’anno giubilare a lasciarci sconvolgere dalla grandezza della tua bontà”. È la preghiera dell’arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli, al termine della Messa nella Notte di Natale, celebrata nella cattedrale di Santa Maria del Fiore. Tanti i temi affrontati: lavoro, pace, carcere tra gli altri.

“Come sarebbe bello – ha affermato – se quel ripudio della guerra di cui ci parla l’articolo 11 della nostra Costituzione italiana si traducesse in gesti concreti per eliminare le ingiustizie nel mondo che sono sempre all’origine di contese e violenza”. Ha quindi aggiunto: “Gli incidenti sul lavoro, il problema abitativo, la disoccupazione, la situazione del carcere provocano in noi una giusta indignazione, ma poi ci accorgiamo che le nostre risposte a questi problemi sono spesso deboli e incerte. La montagna di tenerezza è quel dono di cui abbiamo bisogno di essere avvolti prima di tutto noi, per essere liberati dai nostri idoli, particolarmente quello che ci fa credere che la felicità consista nell’avere piuttosto che nell’essere. Solo allora potremo davvero ripudiare la guerra, rinnegare l’empietà e collaborare efficacemente alla trasformazione del mondo”.

“Destano preoccupazione – ha affermato ancora – tutte quelle situazioni in cui il futuro sembra compromesso o comunque gravemente a rischio. Se non ci sono interventi concertati ed efficaci per accompagnare la fase di crisi che coinvolge decine di aziende e per disegnare nuovi scenari, come appare necessario per il comparto della pelletteria e dell’intera filiera della moda, nei prossimi mesi aziende e lavoratori saranno messi a dura prova. Sono particolarmente vicino a tutte le persone che hanno perso il lavoro, sono state licenziate, sono senza stipendio e anche in questi giorni vivono il grande timore di un domani incerto per loro e per le loro famiglie”. Un pensiero anche per chi ha perso la vita proprio sul lavoro: “I due tragici incidenti che hanno ferito la città metropolitana di Firenze, quello nel cantiere Esselunga del febbraio scorso e quello al deposito Eni di Calenzano di pochi giorni fa, ci dicono che non possiamo mai abbassare la guardia quando si tratta della sicurezza del lavoro: è necessaria una diffusa mobilitazione delle coscienze e una assunzione di responsabilità collettiva. Il Dio che si fa bambino a Betlemme ci invita a cambiare mentalità, a credere che davvero il più grande è colui che si fa piccolo e si mette a servizio. Una piccola storia di vita può aiutarci a riflettere”.

Qui sotto il testo integrale dell’omelia