Massa Carrara - Pontremoli

Natale, Vaccari (Massa Carrara – Pontremoli): “Augurio di pace e speranza”

Il messaggio di auguri di Natale del vescovo di Massa Carrara - Pontremoli Mario Vaccari

Cari lettori, in occasione del Santo Natale desidero contemplare con voi una immagine che raffigura la nascita del Signore Gesù. La scena della natività è interpretata dall’artista tedesco Sieger Köder (1925-2015), un sacerdote pittore, famoso per aver illustrato parecchie scene bibliche.

L’immagine che vi propongo offre una sottolineatura particolare del rapporto tra la Madonna e Gesù bambino, tra il Re nascente e il Re morente per il suo popolo e per tutta l’umanità. La composizione, infatti, si caratterizza sia per il bacio tenero e forte che la Madre stampa sulla guancia del Neonato, sollevato dalle sue braccia, sia per l’emergere dal basso di una figura di profeta, contraddistinto dal tallit, lo scialle per la preghiera della tradizione ebraica, che contempla la scena della natività.

Noi vediamo, come lui, la scena dal basso; come in prospettiva, la mangiatoia lascia affiorare sul legno una scritta inconfondibile: INRI, iniziali di Iesus Nazarenus Rex Iudeorum nella lingua latina che Pilato ha voluto scrivere sulla croce (Gv 19,19: Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei»). Colui che nasce è il Re-Messia, destinato a riabilitare Israele, ma anche a salvare tutta l’umanità.

Contempliamo anche noi tale scena «con i suoi occhi», facendo nostri i suoi sentimenti. Possiamo ritenere che sia il profeta Isaia che ha annunciato l’«Emmanuele», il Dio-con-noi, che sarebbe nato dalla Vergine (cfr. Is 7,14), e il «Servo sofferente», che è stato trafitto per i nostri peccati, per guarirci e salvarci, ed è stato eliminato dalla terra dei viventi (cfr. Is 52,4-8).

Una primavera «messianica» fa da contorno alla figura del profeta (il fogliame verde, i fiori). È la primavera che la nascita del Messia porta con sé, e in cui la vita trionfa. La vita nuova fiorisce se ci sono persone disposte ad accogliere il Figlio di Dio che viene e a fare dei propri cuori la sua dimora.
Una bambina infreddolita – e non i pastori o i magi – si avvicina alla Madre e al Figlio, ravvolta nella sua sciarpa, che anche nei colori sembra fare da corollario al profeta. A mani giunte contempla l’evento dell’Incarnazione. La sua figura si staglia sul cielo buio ferito dal chiarore della stella. Lei rappresenta l’umanità debole e fragile per la quale il Figlio di Dio si è fatto uomo. L’amore di Gesù si esprimerà attraverso gesti gratuiti di benevolenza e di solidarietà verso gli altri, in particolare i più poveri come quella bimba.

San Giuseppe dorme, nella sua semplicità; non è immerso in una relazione così profonda come quella tra Madre e Figlio. Forse il riferimento non è solo all’incarnazione, ma anche all’esperienza «sotto la croce» che il padre putativo non vivrà personalmente. Il suo sonno fa anche riferimento ai messaggi di Dio che egli riceve sempre tramite i sogni. Sembra, ora, in sogno, appunto, rivolto verso l’alto, richiamare alla mente e contemplare il mistero di Dio che si è compiuto nel Bambino che è nato.

Ma torniamo a Maria, la madre dell’Emmanuele, che solleva tra le braccia il Bambino e, in uno slancio di amore adorante, imprime sulla sua guancia un bacio. Maria, la Figlia di Sion, rappresenta anche tutti noi. Infatti, il Figlio di Dio si è fatto uomo per amore e ha assunto la natura umana per redimerla e salvarla sulla croce. La sua regalità si profila nella grotta di Betlemme, ma si realizzerà definitivamente sulla croce. Il Re del cielo, piccolo e tenero Bambino a Betlemme, ma giovane e straziato sul Golgota, merita il nostro bacio come quello di Maria. Nella liturgia ebraica il bacio significa respirare insieme. È il respiro della vita di Dio che diventa nostro e la nostra vita che si consegna a Dio.

Venite e adoriamo!

Buon Natale di pace e di speranza.

Mario Vaccari Vescovo, vescovo di Massa Carrara – Pontremoli