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Giornalismo: Verona, consegnati i premi “Natale Ucsi”. Il premio speciale al card. Ravasi

“La parola esprime senso, forza e azione. È il significato ultimo dello scrivere”, dice il cardinale

cardinale Gianfranco Ravasi (Foto archivio Agensir)

Raccontare il bene, veicolare la solidarietà, impegnarsi sul campo. Questo gli obiettivi del premio Natale Ucsi che da trenta anni promuove la comunicazione sociale. L’edizione 2024 si è conclusa, a Verona, alla presenza del vescovo mons. Domenico Pompili, con il riconoscimento speciale “Giornalisti e società” conferito al card. Gianfranco Ravasi. Per Stefano Filippi, presidente Ucsi Verona, sezione promotrice del premio, ha posto l’accento sulla ricorrenza e sulle persone che hanno ideato e cresciuto l’iniziativa sottolineando che il 2024 rappresenta “un anniversario per noi molto importante, felici di essere riusciti a mantenere immutati, edizione dopo edizione, i princìpi ispiratori dei giornalisti dell’Ucsi veronese che diedero corpo al premio, tra cui Giuseppe Faccincani, al quale è intitolato e di cui l’anno scorso abbiamo ricordato il centenario della nascita”. Un ulteriore ricordo è andato a don Bruno Cescon, mancato lo scorso anno, al socio Carlo Caporal e a Riccardo Bonacina di “Vita”, premiato nel 2012. Al card. Ravasi è andato il riconoscimento speciale della giuria “Giornalisti e società: la professione giornalistica al servizio dell’uomo”, promosso dall’Ufficio Comunicazioni sociali della Conferenza episcopale del Triveneto (Cet) per l’infaticabile operato “al servizio dell’uomo”: “Una vita dedicata alla Bibbia, al sapere, alla comunicazione della sapienza biblica e all’approfondimento del rapporto tra fede e cultura. Il Cortile dei Gentili da lui fondato incoraggia il dialogo tra credenti e non credenti. Biblista di fama mondiale e scrittore molto letto, con la sua efficace attività divulgativa in ambito comunicativo aiuta gli uomini di oggi a incontrare la Buona Notizia”. Il Premio Ucsi – Fondazione Cattolica alla Stampa è andato a Rachele Turina della Gazzetta di Mantova; per la sezione Stampa a Roberto Mazzoli del quotidiano Avvenire. Riccardo Cavaliere, RaiNews24, si è aggiudicato il Premio Ucsi – Fondazione Cattolica alla tv con il servizio “Neve Shalom, l’oasi di pace”. Il Premio Ucsi – Fondazione Cattolica alla Radio è stato assegnato a Maria Luisa Merolla, per il settimanale “Inviato speciale” di Rai Radio1; la Targa Athesis del Gruppo Editoriale Athesis, dedicata a collaboratori e/o giornalisti under 30, a Filippo Cappelli, 25 anni, studente del master in giornalismo e comunicazione multimediale dell’Università Luiss di Roma; Roberta Ragni, giornalista della testata GreenMe, ha ricevuto il Premio speciale “Genio della Donna” della Fondazione Banca Popolare di Verona per il reportage: “Corpi che parlano: 10 donne influencer della disabilità”. Il premio giornalistico nazionale Natale Ucsi, nato in riva all’Adige nel 1994, è oggi un riconoscimento nazionale patrocinato dall’Ordine nazionale dei giornalisti, dall’Ordine dei giornalisti del Veneto e dall’Ucsi nazionale; si avvale, altresì, del costante sostegno di Fondazione Cattolica, Fondazione Banca popolare di Verona, del Comune di Verona, della Conferenza episcopale del Triveneto (Cet) e del Gruppo editoriale Athesis per il riconoscimento under 30 (Targa Athesis).

“È un riconoscimento profondamente connesso alla mia dimensione giornalistica. Scrissi il primo articolo per il quotidiano cattolico ‘L’Italia’ nel 1971 e da allora si è aperto un fiume di testi”, ha detto il cardinal Ravasi. Il porporato, dopo essersi detto “contento” di questo riconoscimento, ha sottolineato che l’articolo è “costituito di parole, elemento incisivo e decisivo per l’essere umano, che attraverso esse definisce sé stesso e il mondo. In quanto filologo come formazione e attività di insegnamento, ho avuto sempre interesse nell’approfondire il senso delle parole”. Al riguardo, il card. Ravasi ha rievocato il “Faust” di Goethe, il quale è intento a tradurre dal greco al tedesco l’inizio del Vangelo di Giovanni, cioè la frase che per noi è “in principio era il verbo”. “L’originale greco è ‘logos’. Dapprima Faust usa l’espressione ‘das Wort’, la parola, ma non gli sembra adeguata. Quindi sceglie ‘der Sinn’, il significato. È ciò che si deve leggere anche nei nostri giornali: senso, non chiacchiere. Poi la traduzione si evolve ancora e il ‘logos’ diventa ‘die Kraft’, la potenza. Infine, la traduzione si completa con ‘die Tat’, l’atto. Quindi la parola esprime senso, forza e azione. È il significato ultimo dello scrivere. Condivisi questa riflessione con Enzo Biagi e Indro Montanelli, che ebbi come amici quando abitavo a Milano, ed entrambi hanno riconosciuto che questa è la dimensione completa di un giornalista”. Per ringraziare chi gli ha assegnato il premio, il porporato ha usato la lingua ebraica, biblica, e ha detto: “Todàh, termine che con radice duplice vuol dire ‘io ti ringrazio’ e al tempo stesso ‘io lodo, do onore a chi mi sta di fronte’”.