Scuola e università

Arezzo, dispersione scolastica: il 15,3% degli studenti superiori hanno perso uno o più anni di scuola

È la fotografia scattata dal secondo rapporto di Oxfam sulla dispersione scolastica in Provincia di Arezzo

In provincia di Arezzo il 15,3% degli studenti delle scuole superiori sono indietro di uno o più anni e il 50% dei diplomati ha ancora ampi margini di miglioramento in una materia chiave come l’italiano, mentre sebbene sia in crescita rimane insufficiente la copertura del tempo pieno nelle scuole primarie.

Sono alcune delle principali criticità restituite dal secondo rapporto sulla dispersione scolastica, realizzato da Oxfam Italia per il territorio aretino, con l’obiettivo di rafforzare il confronto tra scuola, istituzioni, terzo settore e mondo della ricerca, stimolando il necessario lavoro comune per prevenire e contrastare il fenomeno. Lavoro comune reso possibile anche dall’impiego dei fondi del PNRR per la Provincia di Arezzo, 53 milioni in totale assegnati nell’ultimo biennio: 23,7 milioni destinati agli Istituti scolastici per il miglioramento delle competenze degli studenti e la riduzione dei divari nell’offerta formativa tra i territori; 29,3 milioni destinati ai Comuni per l’edilizia scolastica, l’allungamento del tempo pieno e gli asili.

“L’impegno quotidiano di Oxfam ad Arezzo e in molti altri territori della Toscana è volto alla costruzione di una scuola aperta e inclusiva, coinvolgendo quest’anno oltre 7.000 studenti e 400 docenti. – spiega Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia –Un lavoro per noi prioritario visto che in Italia oltre 1 ragazzo su 10 rinuncia agli studi per mancanza di opportunità e sostegno adeguati. Nonostante i grandi progressi compiuti resta infatti ancora da fare uno sforzo importante per raggiungere l’obiettivo europeo del 9%. La seconda edizione del rapporto presentato oggi sarà la bussola per dotarci di tutti gli strumenti utili a ridurre la dispersione scolastica e la povertà educativa. A partire dal territorio aretino, dove già esiste un percorso virtuoso di collaborazione tra istituzioni, mondo della scuola e terzo settore”.

“Il report sul sistema educativo provinciale evidenzia una significativa riduzione della dispersione scolastica. – aggiunge il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale Lorenzo Pierazzi – Le istituzioni scolastiche della provincia di Arezzo si confermano un punto di riferimento per l’istruzione in Toscana, grazie a risultati eccellenti nella riduzione della dispersione scolastica e nel miglioramento delle competenze di base degli studenti. Ogni vallata del territorio ha contribuito con specifiche eccellenze, consolidando un sistema scolastico inclusivo, moderno e orientato al futuro. L’obiettivo dell’Ufficio di Ambito Territoriale della provincia di Arezzo è garantire a ogni studente un’educazione di qualità, che non solo prevenga l’abbandono scolastico, ma promuova l’eccellenza. Continueremo a investire in progetti innovativi, nell’inclusione e nella formazione dei docenti per costruire un futuro migliore per tutti. L’ufficio di Ambito Territoriale della Provincia di Arezzo, con il supporto delle istituzioni, delle famiglie e della comunità, si impegna a proseguire su questa strada, rafforzando il suo ruolo di eccellenza nell’istruzione a livello regionale e nazionale”.

TRA MEDIE E SUPERIORI: UNA SFIDA DA AFFRONTARE CON CORAGGIO

Dal rapporto appare chiaro che all’origine dell’abbandono precoce degli studi incidano molti fattori, tra cui il ritardo scolastico, ossia il rischio che molti ragazzi lascino gli studi dopo aver perso uno o più anni.

Allo stesso tempo emerge che la provincia di Arezzo sta lavorando attivamente per migliorare la situazione del ritardo scolastico. Le percentuali del 16,4% nel Valdarno e dell’11,5% in Casentino sono inferiori alla media regionale del 18,3%. Si osserva una maggiore incidenza del ritardo scolastico tra gli studenti degli istituti professionali (37,4%), seguiti dai tecnici (15,3%) e dai licei (8,5%). Il dato poi sale dal 6,3 al 15,3% nel passaggio dall’ultimo anno di scuola secondaria inferiore al primo anno di scuola secondaria superiore. In questa direzione la collaborazione tra le scuole secondarie di I e II grado è quindi essenziale per ridurre questo fenomeno e facilitare la transizione tra i cicli scolastici.

OLTRE 500 RAGAZZI ALL’ANNO CAMBIANO SCUOLA SUPERIORE

Un’altra criticità riguarda i trasferimenti di studenti da una scuola all’altra, che coinvolgono in media oltre 500 ragazzi ogni anno nelle secondarie superiori della provincia di Arezzo. È interessante notare però che 8 su 10 di questi ragazzi si iscrivono in un altro istituto della provincia, segno di una certa fiducia nel sistema scolastico locale.

Il cambiamento di scuola può rappresentare un rischio per la dispersione scolastica, perché i livelli di competenze degli studenti che cambiano scuola possono peggiorare –– sottolinea Lorenzo Luatti, autore del report e ricercatore di Oxfam Italia – Tuttaviale competenze di base degli studenti sono migliorate, come dimostrato dai risultati delle prove Invalsi del 2024, anche in italiano, dove comunque per metà degli studenti restano insufficienti”.

TEMPO PIENO, SOVRAFFOLLAMENTO DELLE CLASSI E STABILITA’ DEI DOCENTI

Nel contrasto al ritardo scolastico e alla dispersione, è fondamentale inoltre l’offerta del tempo pieno, in particolare nelle fasi iniziali del percorso scolastico, dato che offre senza dubbio maggiore opportunità di apprendimento e supporto. In provincia di Arezzo, il 35,7% dei bambini delle primarie usufruisce attualmente del tempo pieno, un dato che rappresenta un’ottima base di partenza per ulteriori miglioramenti.

Tuttavia – rileva il rapporto – si tratta di una percentuale inferiore rispetto alla media regionale del 55,2%. Solo il 23,1% dei bambini possono beneficiarne nel Comune di Arezzo, mentre a Firenze e Prato questa possibilità è offerta all’82% dei bambini, a Siena al 68,7%, e a Grosseto e Pistoia oltre il 50%.

In questo quadro si deve però tener presente come la concessione del servizio dipenda da vari fattori, tra cui la disponibilità di docenti, le richieste delle famiglie e le risorse infrastrutturali della scuola. E come la decisione e l’autorizzazione per attivare classi a tempo pieno coinvolga diversi attori (1).

La possibilità di frequentare classi non troppo numerose e la presenza di insegnanti stabili sono inoltre altri due aspetti cruciali: classi più piccole permettono di seguire meglio gli studenti, la continuità didattica è favorita dalla presenza di insegnanti stabili, che contribuiscono a creare un ambiente di fiducia e motivazione.

Per quanto riguarda il sovraffollamento delle classi, la situazione varia considerevolmente tra i vari istituti: ad essere più condizionate sono le scuole primarie e secondarie inferiori e superiori che presentano un numero crescente di alunni, con classi oltre i 27 studenti, concentrate nei primi anni di corso. Infine per quanto riguarda la continuità didattica offerta ai ragazzi, dal report emerge come il 70% dei docenti di sostegno nelle scuole statali della provincia di Arezzo sia precario (in linea con la media regionale), condizione che riguarda il 28% degli altri docenti. Nelle scuole del Casentino, in particolare, si registra un numero di docenti trasferiti molto al di sopra della media provinciale (9,3% contro una media del 5,4%). Un dato dovuto alla forte mobilità dei docenti delle scuole primarie e secondarie inferiori.

L’IMPORTANZA DI UNA RETE FRA GLI ATTORI DEL TERRITORIO

Per combattere efficacemente il ritardo scolastico e la dispersione, è essenziale una rete di collaborazione fra tutti gli attori del territorio: scuole, famiglie, istituzioni, comunità locali e terzo settore. Dato che solo attraverso un lavoro comune è possibile creare le condizioni migliori per il successo educativo dei ragazzi. Per fare il punto su sfide e possibili soluzioni, il dossier sarà presentato oggi alle 15,30, in un incontro presso La Sala dei Grandi della Provincia a cui parteciperanno il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale Lorenzo Pierazzi, la Vice Sindaco del Comune di Arezzo Lucia Tanti, la consigliera della Provincia di Arezzo Valentina Vaccari, il Direttore generale di Oxfam Italia, Roberto Barbieri, la referente di Impresa sociale “Con i Bambini”, Simona Rotondi e l’autore dell’analisi e ricercatore di Oxfam, Lorenzo Luatti.

L’appuntamento è promosso da Oxfam Italia e Provveditorato agli Studi di Arezzo in collaborazione con la Provincia di Arezzo, il Comune di Arezzo e Fondazione Arezzo Comunità, nell’ambito di due progetti di cui Oxfam è capofila: Comunitalenti, finanziato da Impresa sociale con i bambini e Give me five sostenuto da Soka Gakkai.

“Il rapporto di Oxfam, come sempre, offre spunti di riflessione che invitano le istituzioni ad un percorso di azioni condivise. – ha detto la Vice Sindaco del Comune di Arezzo, Lucia Tanti –  Il Comune di Arezzo è tra i più virtuosi, insieme alla Zona aretina, nel mettere in campo iniziative di accompagnamento e cura che sono preziose per combattere concretamente la dispersione. Con i nostri oltre 300 laboratori ogni giorno creiamo alleanze tra scuola e terzo settore, proprio per presidiare costantemente i percorsi educativi e scolastici. Ci sono poi alcuni passaggi nel rapporto che si prestano ad una approfondita dialettica di merito che non mancherà nel dibattito”.

“La lotta alla dispersione scolastica è una delle priorità fondamentali per il futuro dei nostri giovani e per il nostro territorio. – ha dichiarato la consigliera provinciale Valentina Vaccari– Per la Provincia di Arezzo è un impegno che deve portare avanti con determinazione, consapevole del suo ruolo centrale come istituzione di coordinamento e promozione di politiche educative. I dati emersi dal rapporto di Oxfam confermano l’urgenza di un’azione integrata per rispondere alle criticità segnalate: dal ritardo scolastico, che riguarda oltre il 15% degli studenti, alla carenza di tempo pieno nelle scuole primarie, fino al problema della discontinuità didattica. La Provincia di Arezzo è chiamata a fare rete con i Comuni, le scuole, il terzo settore e le famiglie, per costruire insieme percorsi educativi più solidi e inclusivi. Gli oltre 53 milioni di euro del PNRR rappresentano una straordinaria opportunità per colmare i divari: risorse che dobbiamo utilizzare in modo mirato per rafforzare le competenze degli studenti, migliorare le infrastrutture scolastiche e ampliare il tempo pieno. È fondamentale anche intervenire sulla formazione e la stabilizzazione del personale docente, perché la continuità educativa è un fattore chiave per la motivazione e il successo degli studenti. La Provincia dovrà continuare a mettere al centro il dialogo e la collaborazione con tutti gli attori coinvolti, promuovendo iniziative che garantiscano pari opportunità a tutti i nostri ragazzi. Investire sull’istruzione significa investire sul futuro del nostro territorio e insieme possiamo costruire una scuola capace di rispondere ai bisogni di ciascuno, prevenendo abbandoni e dispersioni. Questo deve essere l’obiettivo e l’impegno di tutti e la Provincia farà la sua parte”.