Chiesa Italiana

Assemblea sinodale, Zuppi: “Servono politiche per il futuro”

Apertura dell'Assemblea sinodale: i testi integrali da scaricare

“Ci sentiamo di camminare con gli uomini e le donne di buona volontà che hanno a cuore le sorti del Paese. Noi ci siamo! E questa Prima Assemblea lo testimonia. Nessuno può pensare di salvarsi da solo. Solo attraverso la tessitura di reti comunitarie nei territori siamo segno di speranza”. Sono le parole del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nel discorso che ha aperto l’Assemblea sinodale della Chiesa italiana. “Chi ha incarichi pubblici – ha affermato – porta una responsabilità ancora maggiore perché non deve avere modalità e parole violente e pericolose, dentro una logica di polarizzazione, finendo per cercare solo ciò che divide, pensando così di difendere le proprie convinzioni e considerando addirittura pericoloso amare e difendere ciò che unisce, ovvero la collaborazione indispensabile per affrontare problemi”.

“La guerra, i cambiamenti degli scenari politici, le forze occulte e i poteri di interessi economici – ha aggiunto – stanno rimescolando, in maniera non facilmente prevedibile, gli assetti del mondo, tanto che si ha la sensazione di essere una barca sbattuta dai venti in un mare in tempesta”, l’analisi del cardinale: “I combattimenti appaiono lontani dai nostri Paesi ma il clima conflittuale non è lontano. Questo clima si riflette sulla società italiana: la spietata avanzata del numero dei femminicidi, la crescita della violenza tra i giovani, l’inasprirsi del linguaggio sempre più segnato dall’odio, i casi di antisemitismo, che non possiamo tollerare, sono come semi che da sempre il male getta nei cuori e nelle relazioni delle persone e contaminano i cuori e i linguaggi”.

“La centralità del cuore – ha affermato – rimanda al valore della nostra umanità e alle implicanze spirituali e sociali di una fede che non si rassegna a rimanere chiusa in ambienti di sacrestia”. “Il nostro Paese – ha aggiunto – soffre di denatalità, che ha raggiunto livelli preoccupanti. Eppure, tutti sappiamo che non basta combattere la denatalità senza una cultura della speranza nel futuro e senza preoccuparci di evitare l’emorragia di giovani dal nostro Paese e dalle aree interne. Il futuro dipende dalle politiche in favore della natalità, ma anche da politiche della casa, da politiche attive del lavoro e da autentiche politiche di integrazione dei migranti: tutti questi aspetti insieme saranno in grado di generare un’alba nuova all’orizzonte”.

“Non dobbiamo mai smettere – ha detto ancora Zuppi – di lavorare con pazienza e intelligenza per l’unità del nostro Paese, certo, nella laicità e nel pluralismo delle politiche e delle opinioni, ma sfuggendo alla banalizzazione della vita, al nichilismo, all’aggressione e alla contrapposizione come modalità del parlare e del decidere”.

Erica Tossani, della Presidenza del Comitato Nazionale del Cammino sinodale, ha sottolineato la bellezza di questa prima Assemblea sinodale: “ciò che noi stiamo vedendo, ciò a cui stiamo prendendo parte, è il venire alla luce di un nuovo volto di Chiesa, auspicato e desiderato dal Concilio Vaticano II”. “Raccogliendo il caloroso invito di Papa Francesco – ha ricordato -, abbiamo iniziato questo Cammino. E dopo tre anni è davvero un dono poterci ritrovare qui, oggi, insieme. Innanzitutto, per fermarci a contemplare la strada fatta, con le sue fatiche. In secondo luogo, per non perdere l’occasione di gustare l’orizzonte che pian piano si sta aprendo e che rinvigorisce il desiderio di continuare a camminare”. Un cammino che vuole coinvolgere tutti: “non possiamo nasconderci che l’esser qui insieme, laici, laiche, Vescovi, preti, religiose e religiosi, nella diversità di competenze, ruoli, carismi e ministeri che ci contraddistingue, per continuare a discernere e costruire insieme i passi di questo cammino, non è un segno che possiamo permetterci di trascurare!”

E’ toccato quindi a mons. Erio Castellucci, Presidente del Comitato Nazionale del Cammino sinodale, ricostruire il cammino fatto in questi anni e tracciare le piste per una riforma, ha spiegato, che richiede “una triplice conversione”: la “conversione comunitaria”, attraverso “un’attenzione specifica a un “fare cultura” che raccolga le innumerevoli esperienze evangeliche vissute nelle nostre comunità e le sappia fondare, esprimere con linguaggi comprensibili e attuali e mostrarne la bellezza”. La “conversione personale”, nella cura della formazione cristiana. Infine, la “conversione strutturale”, che passa attraverso la corresponsabilità ecclesiale: “con il rilancio dei ministeri laicali e degli organismi di partecipazione, la riforma delle Curie, la valorizzazione dell’apporto delle donne anche nei ruoli di guida e la gestione delle strutture materiali, amministrative e pastorali, talvolta pesanti e sovra-dimensionate”.

L’Assemblea si è aperta con una preghiera ecumenica: “Il nostro convenire è innanzitutto spirituale, per guardare la realtà con gli occhi di Dio” ha detto il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei: “In questo clima spirituale desideriamo pregare per superare le divisioni”.