Chiesa Italiana
Assemblea sinodale, Castellucci: “Chiesa più evangelica”
La conferenza stampa prima dell'apertura dei lavori
“Una Chiesa più snella, più evangelica, meno soggetta a dogane, burocrazie. Non si tratta di ingrossare le fila della Chiesa ma di far trasparire il Vangelo. Chiederci cosa cambiare in noi per incontrare di più le persone”. Così il vescovo Erio Castellucci, vicepresidente della Cei e presidente del Comitato Nazionale del Cammino sinodale, ha delineato gli obiettivi della prima Assemblea sinodale della Chiesa italiana, che si apre oggi nella basilica di San Paolo Fuori le Mura a Roma.
Secondo Castellucci, “In Italia c’è una sovrabbondanza di strutture che risponde ad una visione cristiana che non c’è più”. “In una società plurale dobbiamo avere il coraggio di di rivedere le nostre strutture”, ha detto il vescovo: “C’è bisogno di una maggiore apertura alla guida delle nostre comunità da parte di laici e laiche. Nella Chiesa italiana c’è una questione femminile che va sbloccata, valorizzando le ministerialità e i servizi e sgravando i parroci dalle questioni amministrative e gestionali”. “Non parlo solo di strutture materiali, che sono tante, in parte utili e in parte pesanti – ha puntualizzato Castellucci – ma anche di strutture mentali dovute ad una certa burocrazia di troppo, e di forme di tradizionalismo che non provengono più da un certo animo di fede ma dal bisogno di una certa identità”.
“L’orizzonte di questo tentativo di rinnovamento di meccanismi e di stili ecclesiali è quello della missione” ha spiegato, incontrando i giornalisti. “Sappiamo che ci sono cattolici che la pensano diversamente. C’è un cattolicesimo che il Papa definisce indietrista che non accetta il cambiamento d’epoca, un’epoca di pluralismo in cui la voce cristiana è una delle voci. Mi aspettavo che le voci ultratradizionaliste uscissero. Mi sembra una parte più rumorosa che numerosa: la gran parte delle nostre comunità, operativamente impegnata, ha condiviso il sogno di Chiesa di papa Francesco. In Italia facciamo fatica a tradurre questo sogno in realtà. Una fatica è l’illusione che la fede popolare tenga. C’è tanta fede nel popolo, ma l’illusione era che il vento della secolarizzazione soffiasse in superficie e che in profondità i valori tenessero. In realtà abbiamo visto che ci sono tanti germi evangelici, si tratta di avere un atteggiamento nuovo come Chiesa. La seconda fatica è la presenza sovrabbondante di strutture. Spesso una parte notevoli di risorse è assorbito dalla conservazione delle strutture. A volte molto utili, a volte pesanti. Speriamo che questo Cammino sinodale getti dei ponti”
Castellucci ha risposto anche a una domanda sulla riforma statale per l’autonomia: l’assemblea dei vescovi di maggio, ha ricordato, “espresse delle obiezioni, dopo aver consultato alcuni giuristi, e non è un caso che alcune obiezioni della Consulta incrocino le preoccupazioni espresse nel maggio scorso dai vescovi””.
Monsignor Valentino Bulgarelli, segretario del Cammino Sinodale, ha parlato della veglia di preghiera per le vittime degli abusi, che si svolgerà nella giornata di sabato, anticipando la Giornata nazionale di preghiera del 18 novembre: “La veglia per le vittime degli abusi – ha detto – è il segno di un’attenzione che va a incrementarsi e che deve creare le condizioni perché i nostri luoghi siano sicuri”. Tutto il materiale per l’animazione di questa giornata, fra l’altro è stato presentato con vittime e familiari, a partire dal commento biblico
Secondo Bulgarelli, “Siamo in presenza della rottura di alcuni automatismi, non è più così scontato che i bambini vadano a catechismo, che i giovani frequentino il gruppo parrocchiale. In questi anni di ascolto non ci sono state rivendicazioni ma la riflessione di come fare una proposta di vita cristiana oggi. Non è una questione solo di linguaggio, ma culturale. C’è una fortissima adesione del mondo giovanile ai gesti, a un cristianesimo concreto fatto di gesti: questo è un altro segnale importante”.
Rispondendo a una domanda sul diaconato femminile, Castellucci ha ricordato che il Papa ha estrapolato dai lavori del Sinodo dei vescovi dieci temi, tra cui il diaconato femminile, lo statuto delle Conferenze episcopali… che sono stati affidati ad altrettante commissioni, togliendoli dagli argomenti del Sinodo: “Se questi temi emergessero dall’Assemblea verrebbero consegnati a queste commissioni, che ne potranno tenere conto”.