Toscana

Musei: ‘Apriamoci attraverso la rete’, iniziativa promossa dalle associazioni L’Immaginario e Autismo Firenze

La tecnologia non deve fare paura, anzi. Si è rivelato un supporto fondamentale nel lavoro fatto a distanza, tra educatori museali e specializzati nell’autismo insieme ai ragazzi con neurodiversità. E’ un messaggio positivo e di grande speranza, che getta ponti per una nuova comunicazione e interazione quello che è emerso dal convegno IN-SERVICE ON-LINE MUSEI ARTE AUTISMI che si è tenuto stamani promosso dalle associazioni L’Immaginario e Autismo Firenze con l’obiettivo di riunire a livello nazionale gli educatori che hanno condiviso il percorso formativo Musei Arte Autismi e oggi, in tempi di pandemia, sperimentano progetti museali per le persone nello spettro autistico.

Giunto alla settima edizione e sostenuto dalla Regione Toscana per la quale sono intervenuti il Presidente Eugenio Giani, Chiara Larini del Gabinetto della Presidenza e Cinzia Manetti dell’ufficio per la promozione e la valorizzazione dei Musei toscani, l’incontro all digital è stato un successo di partecipazione: circa un centinaio gli addetti ai lavori, ma anche giovani autistici, genitori, rappresentanti delle istituzioni del territorio. Un’esplorazione che è uscita dai confini fisici dei musei, luoghi di fondamentale mediazione tra l’arte, il pubblico generico e speciale, per unire più voci. Ha lasciato un segno importante quella di Roberta Biondini, artista nell’autismo, laureata all’Accademia delle Belle Arti Carrara di Bergamo. Invitata a parlare dalla sua educatrice Marilena Zacchini, Roberta ha fatto qualcosa di più del testimoniare la propria esperienza, proponendo una modalità operativa, un modello di comportamento integrato: “Cambiare, fare qualcosa di diverso, è una ricchezza che normalmente non ci viene proposta, conoscerci attraverso uno schermo può rappresentare una nuova apertura che ci aiuta a superare distanze e differenze”. “La tecnologia – ha proseguito – può essere un inizio importante, anticipando magari la visita in presenza allo spazio museale. Quelle paure che possono sorgere nel museo, potrebbero non svilupparsi con un primo approccio virtuale e permettere agli educatori di conoscere l’autismo anche con questa modalità. Apriamoci attraverso la rete, impariamo con un video”.

Tanti i contributi volti a promuovere equità, inclusione e accessibilità per le persone neurodiverse nei musei italiani, a cominciare da quelli delle responsabili di settore per la Fondazione Palazzo Strozzi, Irene Balzani e Nicoletta Salvi, della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino e del Gruppo Civita per le Gallerie d’Italia di Milano e Napoli. Ripetere le esperienze, allargare la platea e ampliare le opportunità, questa la chiamata collettiva che deve andare a generare le buone pratiche di domani. Occhi puntati anche sulla formazione: la storica dell’arte Cristina Bucci e la coordinatrice di tanti progetti artistici Anna Maria Kozarzewska, portano avanti il percorso iniziato ormai nel 2018 a seguito della mostra itinerante con opere di artisti autistici L’arte risveglia l’anima. Ora più che mai, dicono, è fondamentale trasformare una difficoltà in una grande opportunità.