Firenze

Firenze: vittime via Mariti, “Chiediamo giustizia”

Nella sede della Misericordia di Firenze consegnati 36 mila euro frutto di una raccolta fondi

La consegna dei fondi raccolti per le vittime del crollo nel cantiere di via Mariti

«Niente potrà restituirvi i vostri cari, ma ci teniamo a farvi sentire che Firenze vi è vicina». È stato questo il messaggio fatto arrivare ai familiari delle vittime della strage di via Mariti, dove a febbraio persero la vita cinque persone nel cantiere dell’Esselunga in costruzione. Per loro il Comune e la Misericordia di Firenze avevano lanciato una raccolta fondi, i cui frutti, complessivamente 36 mila euro, sono arrivati a destinazione con la loro consegna formale nella Sala del Corpo generale della Misericordia di Firenze ad alcuni familiari e ai legali rappresentanti delle vittime. Ad accoglierli, oltre al Provveditore della Misericordia Bernardo Basetti Sani Vettori, la sindaca di Firenze Sara Funaro, l’Arcivescovo Gherardo Gambelli e l’Imam Izzedin Elzir. Ad accompagnare il gesto ed esprimere vicinanza anche rappresentanti dei sindacati e Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei Consulenti del Lavoro, «Non abbiamo nessuna novità sotto il profilo investigativo – ha chiarito la legale rappresentate della famiglia Coclite Paola Santantonio –. Le indagini sono ancora ferme e il fascicolo è ancora iscritto a carico di ignoti. Questo fa presupporre che le attività siano complesse, tuttavia le vittime, nonché i difensori, vorrebbero avere qualche informazione in più. Spero che questa sia l’occasione di dare all’attività investigativa, alle procure e ai pubblici ministeri un sollecito, perché si avvii il processo per una giusta punizione dei responsabili».

«Il lavoro di mio marito non era pericoloso: era un fornitore – ha raccontato la moglie di Luigi Coclite –. Non abbiamo mai avuto paura che potesse succedergli qualcosa. Questo è potuto accadere solo perché sono state date delle indicazioni sbagliate all’interno del cantiere». E sulle indagini ha aggiunto: «Forse i nomi dei responsabili non escono fuori perché è scomodo per qualcuno, faccio questa ipotesi. Adesso basta però: avere quei nomi per Natale sarebbe un buon regalo».