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Usa: card. Parolin, “auguriamo a Trump tanta saggezza”

L'’augurio del segretario di Stato Vaticano, al neoeletto presidente degli Stati Uniti

“Tanta saggezza”. E’ l’augurio del card. Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, al neoeletto 47.mo presidente degli Stati Uniti, a margine del convegno alla Gregoriana #TheSpiritofGeneva: The Impact of AI on International Humanitarian Law per i 75 anni delle Convenzioni di Ginevra . “All’inizio del suo mandato, gli auguriamo tanta saggezza perché questa è la virtù principale dei governanti secondo la Bibbia”, ha affermato il cardinale a margine del convegno alla Gregoriana #TheSpiritofGeneva: The Impact of AI on International Humanitarian Law per i 75 anni delle Convenzioni di Ginevra “Io credo – ha detto il cardinale, secondo quanto riferisce Vatican news – che deve lavorare soprattutto per essere presidente di tutto il Paese, quindi superare la polarizzazione che si è verificata, che si è avvertita in maniera molto molto netta in questo tempo”. A nome della Santa Sede, il porporato ha auspicato che il nuovo presidente Usa “possa davvero essere un elemento di distensione e di pacificazione negli attuali conflitti che stanno sanguinando il mondo”. A nome della Santa Sede, il porporato ha auspicato che il nuovo presidente Usa “possa davvero essere un elemento di distensione e di pacificazione negli attuali conflitti che stanno sanguinando il mondo”. Il cardinale, sempre rispondendo alle domande dei giornalisti, ha commenta la frase pronunciata da Trump in campagna elettorale ma anche, dopo la vittoria, sul palco del Convention Center di Palm Beach (Florida): “Non inizierò guerre ma le fermerò”: “Speriamo, speriamo, speriamo”, ha esclamato Parolin: “io credo che neppure lui ha la bacchetta magica”. Per far terminare le guerre, secondo il segretario di Stato vaticano, “ci vuole tanta umiltà, tanta disponibilità, ci vuole davvero la ricerca degli interessi generali dell’umanità, piuttosto che concentrarsi su interessi particolari. Io me lo auguro”. Prudenza, invece, sull’ipotesi – ventilata dai giornalisti – che la pace possa essere fatta alle spese di ucraini e palestinesi: “Vedremo, è difficile pronunciarsi su questi aspetti, vedremo che proposte farà, perché molti appunto sono rimasti sempre incerti. Per esempio quella famosa frase: ‘Il giorno dopo terminerà la guerra…’, ma come? Nessuno ha saputo mai dire e neppure lui ha dato indicazioni concrete su come. Vediamo adesso che cosa proporrà dopo che si sarà insediato”.

Interpellato sull’approccio americano al tema delle migrazioni, Parolin ha ricordato che la posizione del Papa e della Santa Sede “è molto chiara in questo senso”. “Noi siamo per una politica saggia nei confronti dei migranti e quindi che non arrivi a questi estremi. Il Papa ha dato indicazioni molto precise, molto chiare su questo tema. Credo che sia l’unica maniera per affrontare il problema e risolverlo in maniera umana”. In materia di difesa della vita e condanna sull’aborto, per il cardinale si tratta di mettere in atto “una politica comune”, una politica che cerca di “unire consensi” e “non diventare una politica ancora una volta di polarizzazione e di divisione”. “Spero anche che questa difesa della vita che Trump ha assicurato farà durante il suo mandato possa allargare il consenso”, l’augurio del porporato, che ha assicurato che i rapporti tra la Santa Sede e la nuova amministrazione degli Stati Uniti continueranno e non cambieranno: “Come sempre – ha dichiarato – ci sono elementi che ci avvicinano ed elementi che forse ci differenziano, che ci distanziano. Sarà questa l’occasione per esercitare il dialogo e per cercare di trovare insieme nuovi punti di consenso, sempre in beneficio del bene comune e della pace nel mondo”.