Firenze
Firenze, anniversario alluvione: Gambelli, “curiamo il Creato”
La Messa dell'arcivescovo di Firenze a 58 anni dall'alluvione del 1966, con un pensiero alla tragedia di Valencia
L’arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli ha presieduto questa mattina nella basilica di Santa Croce la Messa nel 58° anniversario dell’alluvione che nel 1966 inondò Firenze di acqua e fango. E il pensiero inevitabilmente è andato alla tragedia di Valencia.
“L’alluvione – queste le parole del vescovo – che travolse la nostra città di Firenze cinquantotto anni fa, e per le cui vittime celebriamo oggi questa Eucarestia, appartiene a quella categoria di eventi davanti ai quali improvvisamente sperimentiamo come la realtà ci superi da ogni parte. Anche le più recenti alluvioni, che nell’ultimo anno hanno colpito duramente molte zone del nostro paese e quella terribile di Valencia dei giorni scorsi, ci ricordano che, se da un lato è una responsabilità fondamentale incrementare la nostra capacità di prevenzione e previsione, allo stesso tempo tali calamità rimangono qualcosa di cui non possiamo ultimamente disporre: la realtà si rivela sempre più grande delle nostre forze o idee. Da qui il senso profondo dell’invito che Papa Francesco costantemente ci rivolge ad una cura e comprensione adeguate di questa nostra casa comune che è il creato”.
“Vi sono momenti, come fu quello dell’alluvione – ha aggiunto Gambelli – in cui, spogliati di molto se non di tutto, torniamo a vivere l’esperienza comune di essere fondamentalmente bisognosi. Sperimentiamo un’inaspettata umiltà innanzi alla realtà, sorprendendoci bisognosi non semplicemente di “cose” ma di un orizzonte di relazioni come di significato nel quale l’esistenza possa esser sperimentata come realmente vivibile e non dominata dalla sola incertezza”.
“Davanti alla complessità della realtà, con le sue gioie e i suoi inevitabili dolori – ha affermato ancora l’arcivescovo – l’unica consolazione all’altezza della vita è quella che coincide con il poter accogliere le circostanze, abitare la storia e vivere le relazioni in questa unità profonda con il sentire del Signore Gesù”.
“Ricordando in questa santa messa – ha concluso quindi Gambelli – coloro per i quali l’alluvione fu la circostanza drammatica del compiersi dei loro cammini umani, mentre preghiamo anche per le tante vittime dell’alluvione di Valencia e per tutti coloro che in questo momento stanno soffrendo per questa calamità, chiediamo anche la grazia di non dover sempre attendere qualche irreparabile evento per ricordarci che siamo tutti egualmente bisognosi, che non sono le cose o i ruoli a consolare di speranza la vita, quanto piuttosto il poter crescere in quell’amare che è l’amare di Gesù stesso. Sarebbe bello, per chiudere con una immagine, se quel moto di solidarietà che investì la nostra città nell’imminenza dell’alluvione, se quel concorso di popolo da tante parti di Italia per portare assistenza e aiuto, se quello spirito di condivisione e carità fraterna e che animò il popolo fiorentino ottantacinque anni fa così cosciente del suo bisogno materiale e morale, sarebbe bello se tutto questo potesse essere da noi fiorentini non solo ricordato ma perseguito e coltivato, «come un medesimo sentire e con la stessa carità».