Europa
Metsola su De Gasperi, “ha creduto nel progetto europeo”
La presidente del Parlamento europeo, in un discorso tenuto oggi alla Camera dei deputati, ha commemorare il 70° anniversario della scomparsa di Alcide De Gasperi
“Oggi onoriamo l’eredità di chi ha creduto nel progetto europeo”. Lo ha affermato Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, in un discorso tenuto oggi alla Camera dei deputati. “Sono lieta di essere qui con voi, nella prestigiosa cornice della Camera dei Deputati italiana, per commemorare il 70° anniversario della scomparsa di Alcide De Gasperi”, il quale “era un visionario, ma la sua visione non nasceva da ideali astratti. È stata plasmata dall’esperienza di chi ha vissuto sulle mutevoli linee di faglia degli imperi. Nato in Trentino, terra di confine e di passaggio, egli visse la transizione tra due epoche. Fu in grado di vedere oltre il confine e oltre l’orizzonte storico. E quindi di immaginare un’Europa unita, un mondo dove la diversità potesse rappresentare la forza di un grande progetto comune”. De Gasperi “aveva compreso che per ridare all’Italia un futuro occorreva inventare un futuro per l’Europa. Un futuro diverso dal passato. E lo fece. Comprendendo le necessità di trovare i necessari compromessi, ma rimanendo irremovibile nella sua determinazione a non scendere mai a compromessi sui valori in cui credeva e in cui oggi noi tutti crediamo”. “Settant’anni fa, Alcide de Gasperi parlava del futuro del nostro continente in un mondo che stava rapidamente cambiando. Oggi tocca a noi parlare di questo tema: del futuro dell’Europa, in un mondo che sta cambiando ancora più rapidamente”.
“Immaginava un’Europa in cui i confini non limitano le ambizioni”
“A settant’anni dalla sua morte, Alcide De Gasperi riconoscerebbe il progetto europeo che ha contribuito a creare?”, si è domandata Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo. “Vedrebbe lo stesso spirito coraggioso in noi mentre affrontiamo le difficili decisioni che ci attendono? Guardando al futuro, dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per dare più sicurezza alle persone, per rendere le nostre società più eque e per dare migliori prospettive ai nostri cittadini. Quella promessa di Europa ci impone di concentrarci sulla competitività europea e sul rafforzamento della rinascita economica. In tutto il nostro continente, troppe persone sono ancora in difficoltà. Fanno fatica a trovare un lavoro dignitoso e addirittura a permettersi una casa. Troppi si sentono lasciati soli. Troppi si sentono esclusi”. E ancora: “Quando la gente guarda a noi, deve vedere soluzioni e leadership. Il nostro piano per l’Europa deve aiutare le nostre industrie in quest’era di trasformazione per consentire una crescita economica più rapida. Un piano che dia alle persone un senso di speranza e di scopo, facendole uscire dalla disoccupazione e creando posti di lavoro di qualità”. Il discorso è proseguito su temi economici, su industria, burocrazia. Quindi ha affermato: “La politica è fatta di scelte difficili. Questo è il momento di prendere quelle decisioni che garantiscono la prosperità della nostra Unione per le generazioni a venire. In questa solenne occasione, uno dei molti insegnamenti che possiamo trarre dalla vita e dall’eredità di Alcide De Gasperi è che c’è più da guadagnare che da perdere per le nostre nazioni, per i nostri popoli, quando stanno insieme”.
Infine: “Essere italiani ed essere europei non sono due concetti antitetici. Così come non è una contraddizione essere romani ed essere italiani. Questa è l’Europa immaginata da Alcide De Gasperi: un’Europa in cui i confini non limitano le ambizioni, in cui la cooperazione porta a una prosperità condivisa. Un’Europa che dobbiamo continuare a costruire per coloro che verranno dopo di noi. Un’Europa basata su valori che offrono soluzioni”.
“Non può esserci una pace senza giustizia, senza dignità e senza libertà”
“Sono trascorsi quasi mille giorni dall’aggressione russa alle porte dell’Europa. Una guerra che l’Ucraina non ha voluto, né provocato. Ma che ha affrontato con incredibile valore”, ha sottolineato Roberta Metsola nel suo discorso alla Camera. “Sono orgogliosa del modo in cui l’Unione europea si è unita e ha sostenuto senza esitazioni i nostri alleati ucraini. […] Siamo saldamente dalla parte dell’Ucraina non solo per carità cristiana, ma perché comprendiamo che non si tratta solo dell’Ucraina. Si tratta dell’Europa. Del nostro stile di vita. Della tenuta dell’ordine internazionale basato sulle regole”. “Oggi continuiamo a lavorare per la pace, ma non può esserci una pace senza giustizia, senza dignità e senza libertà. Questa è la responsabilità tangibile che abbiamo di attuare la visione di De Gasperi: il futuro, diceva, ‘non sarà costruito con la forza, né con il desiderio di conquistare, ma con la paziente applicazione del metodo democratico, lo spirito costruttivo dell’accordo e il rispetto della libertà’”. Metsola ha aggiunto: “Il nostro sostegno all’Ucraina non può vacillare. Così come deve rimanere fermo il nostro impegno per la costruzione di una vera Unione di sicurezza e difesa, che sia complementare alla Nato senza competere con essa. […] Non si tratta di idee nuove. De Gasperi e la sua generazione hanno enunciato questi principi oltre sette decenni fa. Eppure, siamo ancora qui a parlarne”.
Patto sulla migrazione “proteggerà le nostre frontiere”
“Per andare avanti serve volontà politica. Abbiamo bisogno di unità. E, soprattutto, abbiamo bisogno del profondo senso di impegno verso l’ideale europeo che ha sempre contraddistinto la classe politica italiana”, ha detto ancora Roberta Metsola parlando al Parlamento italiano”. “Lo stesso impegno che abbiamo sentito quando si è trattato di affrontare la sfida della migrazione, una questione che continua a dominare i nostri dibattiti e le nostre discussioni, non solo in Italia, ma in tutto il continente. Il Patto sulla migrazione e l’asilo, che abbiamo adottato all’inizio di quest’anno dopo un decennio di impasse politica, offre un percorso da seguire. Proteggerà le nostre frontiere, ma sarà anche equo con coloro che hanno diritto alla protezione. Sarà fermo con coloro che non ne hanno diritto e devono essere rimpatriati rapidamente e in sicurezza. E, soprattutto, sarà intransigente nei confronti delle reti di trafficanti che sfruttano i più vulnerabili e trasformano la migrazione in un’arma”. Il discorso è proseguito con i toni consueti in relazione a una visione concentrata sulle frontiere, salvo poi ricordare “che stiamo parlando di esseri umani, e non di statistiche senza volto”.