Chiesa Italiana
Dialogo cattolici e ebrei: vescovi italiani, “va rafforzato”
Messaggio per la 36ª Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei che si celebra il 17 gennaio 2025
“In questi ultimi tempi, segnati dal tragico atto terroristico del 7 ottobre 2023, dalla guerra successiva e dall’escalation del conflitto in Medio Oriente, i rapporti tra cattolici ed ebrei, in Italia, sono stati difficili con momenti di sospetto, incomprensioni e pregiudizi. Ma il dialogo non si è interrotto. In Europa sono tornati deprecabili atti di antisemitismo e incaute prese di posizione, a volte anche violente. Proprio per questo il dialogo va rafforzato. Continuiamo a crederci”. È quanto scrive la Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo della Conferenza episcopale italiana nel Messaggio per la 36ª Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei che si celebra il 17 gennaio 2025 ed avrà per titolo: “Pellegrini di speranza”.
La Commissione della Cei osserva: “Sicuramente il dialogo non è semplice anche a causa del passato, dell’“insegnamento del disprezzo” (J. Isaac) e della troppo scarsa partecipazione delle comunità cristiane. È necessario che il dialogo non sia più una questione di nicchia. Come Chiesa cattolica ci auguriamo che l’Anno giubilare porti al rilancio e all’allargamento del dialogo. Non per ‘tirare avanti’, ma per approfondire”.
E riprendendo le parole del card. Carlo Maria Martini, la Commissione afferma: “Su tale dialogo si gioca e si giocherà una partita tanto delicata quanto decisiva, anche per il futuro delle Chiese cristiane. Nell’anniversario del Concilio di Nicea come Chiese cristiane dobbiamo riscoprire che il rapporto con l’ebraismo e con le Scritture è fondamentale anche per il cammino ecumenico”.
Il messaggio si conclude con la formulazione di un augurio: “Ci auguriamo che l’Anno giubilare, alla luce dei tempi che stiamo vivendo, sia la rinnovata occasione per cristiani ed ebrei, di ritornare ai testi biblici letti insieme fraternamente secondo le proprie tradizioni”.
“La nostra missione è quella di far germogliare speranza e costruire comunità”. È la “proposta” contenuta quest’anno nel messaggio dei vescovi italiani. “Viviamo un tempo carico di minacce”, si legge nel testo diffuso oggi dalla Cei. “Fatichiamo a guardare avanti con fiducia. Guerre, ingiustizie, crisi climatica, crisi della democrazia, crisi economica, aumento delle povertà… Per sperare abbiamo bisogno di tornare alla Parola di Dio. Lì troviamo la certezza di avere un unico Padre e la promessa di “nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia” (2 Pt 3,13). Sicuramente il Giubileo sarà un tempo propizio per lasciar parlare la Scrittura, anche grazie all’ascolto della lettura dei fratelli e delle sorelle ebrei. Nella certezza che la speranza si genera innanzitutto stabilendo relazioni fraterne. Il Giubileo sarà un cammino di speranza se stimolerà vie di riconciliazione e perdono”.
Il messaggio si apre con la testimonianza di Etty Hillesum, scrittrice olandese ebrea vittima dell’Olocausto, “una giovane donna ebrea, con tutta la vita davanti” che però “non pensa innanzitutto alla sopravvivenza, ma al futuro della società. Lascia in secondo piano l’interesse personale, addirittura un proprio fondamentale diritto, per mettere al primo posto un bene collettivo”. “In quel mondo dilaniato dalla violenza, ferito, carico di odio e di desiderio di vendetta, in quel mondo divenuto tremendamente povero, lei sogna di far germinare uno sguardo nuovo. In questo modo suggerisce a tutte le religioni una strada su cui posizionarsi. Non si tratta di difendere la nostra sopravvivenza nella società occidentale, ma di lavorare per costruire un senso nuovo delle cose”.