Politica & società

Agricoltura: Mattarella, da “acqua e cibo si costruisce la pace tra i popoli”

Il presidente della Repubblica è intervenuto stamani al Convegno in occasione degli 80 anni della Coldiretti

Sergio Mattarella (foto Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

“L’agricoltura è futuro per l’umanità”. Lo ha affermato questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento al Convegno in occasione degli 80 anni della Coldiretti.
“Non bisogna avere paura del nuovo”, ha ammonito il Capo dello Stato: “”Forse ribaltando l’immagine ben conosciuta, potremmo dire che non serve vino vecchio né in otri né in tempi nuovi”. “Vale per il cambiamento climatico”, ha spiegato Mattarella, per il quale “occorrono ricette, soluzioni aggiornate, con la stessa lungimiranza che permise di affrontare, con i mezzi di allora, la rinascita del nostro Paese”. “Se avessero avuto lo sguardo rivolto indietro i Padri della Repubblica, i Padri della Coldiretti, dove ci avrebbero condotto? Dove saremmo oggi?”, ha domandato il presidente, riconoscendo che “siamo loro debitori e dalla loro esperienza siamo sollecitati alla medesima lungimiranza”.

“La Repubblica sa di identificarsi in ampia misura nell’agricoltura”, ha rilevato il Capo dello Stato, aggiungendo che “è valso al tempo della pandemia; e agli agricoltori va il ringraziamento della Repubblica per avere assicurato nutrimento al Paese in quei tempi difficili”. “Vale, è valso, per le alluvioni – ha proseguito – che colpiscono l’Italia, che vedono prove di autentica responsabilità e di grande solidarietà nel mondo agricolo”. “La Repubblica sa che l’agricoltura è determinante per il futuro del pianeta”, il tributo di Mattarella: “La Repubblica sa che è a partire da elementi essenziali come l’acqua e il cibo che si costruisce la pace tra i popoli”. “L’invasione russa in Ucraina, la gravissima crisi medio-orientale, stanno ponendo a dura prova la possibilità di sopravvivenza di intere popolazioni, con un uso spregiudicato della risorsa alimentare come arma”, ha evidenziato il presidente, secondo cui “l’indispensabile cooperazione internazionale, nella quale siete impegnati per la vostra parte, vi rende veicoli di pace”. “Fedele alle proprie radici, sono certo che troveremo sempre su questa strada la Confederazione dei prossimi decenni”, ha concluso.

“Il nostro obiettivo, costantemente alla nostra portata – e anche il nostro interesse nazionale – è quello di avere successo sui mercati internazionali grazie all’alta qualità dei nostri prodotti. Su questo piano non abbiamo nulla da temere. Al contrario, siamo al vertice”. E “saremmo danneggiati da una competizione tra i vari Paesi, tramite regole di chiusura dei mercati, quasi di sapore autarchico, tentazione che ogni tanto affiora qua e là in Europa. Si chiuderebbero spazi al prevalere della buona qualità. Quella che noi, in ogni campo, assicuriamo”, ha detto ancora Mattarella.


Il Capo dello Stato ha sottolineato che “lavoro, salute, previdenza, giusta mercede e poi ricerca, meccanizzazione, specializzazione delle colture, sono le tematiche che ci hanno accompagnato sino a oggi, con il forte impegno dell’organizzazione di cui celebriamo oggi l’ottantesimo compleanno e dei suoi uomini, molti dei quali vennero eletti in Parlamento, secondo una scelta di condivisione di valori che il fondatore della Coldiretti, Paolo Bonomi, volle con determinazione”. Riferendosi proprio a Bonomi, Mattarella ha ricordato che “da giovane ho avuto l’opportunità e la fortuna di conoscerlo. Con un altro diocesano novarese, di poco più anziano, Giulio Pastore, aveva condiviso l’esperienza della parrocchia di San Martino a Novara, guidata da don Ugo Poletti, poi cardinale e presidente della Conferenza episcopale italiana”. “Entrambi poi, giunti a Roma nel pre-guerra mondiale, Bonomi – dalla pianura di Romentino – avrebbe fondato la Coldiretti. Pastore – dalla montagna della Valsesia – la Cisl”, ha rilevato il presidente, evidenziando che “era l’Azione Cattolica la matrice comune, in anni in cui aveva costituito un’area, appena tollerata, sovente ostacolata, di netta distinzione dalla pretesa di monopolio di educazione dei giovani da parte del regime”.

Il Capo dello Stato si è poi soffermato sulla “valorizzazione delle produzioni italiane” che “ci vede oggi al primo posto nella Ue per prodotti a cui viene riconosciuta la qualità Dop (denominazione origine protetta), Igp (indicazione geografica protetta), Stg (specialità tradizionali garantite)”. “Le politiche europee – ha osservato – hanno saputo introdurre percorsi che hanno collocato la difesa dell’agricoltura nel contesto delle politiche territoriali tese alla salvaguardia dei territori e delle popolazioni delle aree interne”. Mattarella ha anche riconosciuto che “il paesaggio italiano è debitore nei confronti delle opere di trasformazione introdotte dalla pratica agricola”. “Così come la difesa dell’ambiente, la sostenibilità, la salubrità degli alimenti, la sicurezza alimentare, sono questioni che vi vedono protagonisti”. “L’agricoltura, l’alimentazione, connotano una civiltà, quella italiana”, il tributo di Mattarella.