Papa Francesco

Papa in Belgio: egoismo genera solo chiusure

“E anche muri, ostacoli e scandali”, dice il Pontefice durante la Messa allo stadio di Bruxelles. “Non essere di scandalo a nessuno con la nostra presunzione e rigidità”, aggiunge

Papa in Belgio incontra le autorità (Foto Agensir)

“L’unica via della vita è quella del dono, dell’amore che unisce nella condivisione. La via dell’egoismo genera solo chiusure, muri e ostacoli – scandali – incatenandoci alle cose e allontanandoci da Dio e dai fratelli”. Ne è convinto il Papa, che nell’omelia della Messa presieduta allo stadio di Bruxelles ha affermato che “l’egoismo, come tutto ciò che impedisce la carità, è scandaloso perché schiaccia i piccoli, umiliando la dignità delle persone e soffocando il grido dei poveri. E questo valeva ai tempi di San Paolo come oggi per noi”.

“Pensiamo, ad esempio, a ciò che avviene quando si pongono alla base della vita dei singoli e delle comunità i soli principi dell’interesse e le sole logiche di mercato”, l’esempio scelto da Francesco: “Si crea un mondo in cui non c’è più spazio per chi è in difficoltà, né c’è misericordia per chi sbaglia, né compassione per chi soffre e non ce la fa”. ”  “Le proteste dei mietitori e il grido dei poveri non si possono ignorare, non si possono cancellare, come se fossero la nota stonata nel concerto perfetto del mondo del benessere, né si possono attutire con qualche forma di assistenzialismo di facciata”, il monito de Papa: “Al contrario, sono voce viva dello Spirito, ci ricordano chi siamo – tutti siamo poveri peccatori – e ci chiamano a convertirci. Non ostacoliamone la voce profetica, silenziandola con la nostra indifferenza. Ascoltiamo quello che dice Gesù nel Vangelo: lontano da noi l’occhio scandaloso, che vede l’indigente e si volta dall’altra parte! Lontano da noi la mano scandalosa, che si chiude a pugno per nascondere i suoi tesori e si ritira avida nelle tasche! Lontano da noi il piede scandaloso, che corre veloce non per farsi vicino a chi soffre, ma per passare oltre e stare a distanza! Via tutto questo: lontano da noi! Niente di buono e solido si costruisce così!”.

“La comunità dei credenti non è una cerchia di privilegiati, è una famiglia di salvati, e noi non siamo inviati a portare il Vangelo nel mondo per i nostri meriti, ma per grazia di Dio, per la sua misericordia e per la fiducia che, al di là di tutti i nostri limiti e peccati, egli continua a riporre in noi con amore di Padre, vedendo in noi quello che noi stessi non riusciamo a scorgere”, ha proseguito davanti a 35mila persone, che ha messo in guardia dal “pericolo di scandalizzare, cioè di ostacolare il cammino dei piccoli” . “Per questo ci chiama, ci invia e ci accompagna pazientemente giorno per giorno”, ha spiegato nell’ultimo momento pubblico del suo viaggio apostolico in Lussemburgo e Belgio. “E allora, se vogliamo cooperare, con amore aperto e premuroso, all’azione libera dello Spirito senza essere di scandalo, di ostacolo a nessuno con la nostra presunzione e rigidità, abbiamo bisogno di svolgere la nostra missione con umiltà, gratitudine e gioia”, l’indicazione di rotta di Francesco: “Non dobbiamo risentirci, ma piuttosto rallegrarci del fatto che anche altri possano fare ciò che facciamo noi, perché cresca il Regno di Dio e per ritrovarci tutti uniti, un giorno, tra le braccia del Padre”.

Ieri sera, dopo l’incontro con i gesuiti, papa Francesco era andato a salutare i circa 6000 giovani radunati per “Hope Happening” nel Palazzetto nei pressi dello stadio di Bruxelles.