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La Verna, chiuso l’ottavo centenario delle Stimmate

A Francesco le stimmate "resteranno impresse fino alla morte, e così lui che si era voluto fare in tutto simile a Cristo, con quella scelta di vita radicale, con la povertà, diventa anche fisicamente il riflesso vivente, il ritratto visibile, l’alter cristo, un cristo che si tocca che si vede, che diventa carne”, ha detto nell'omelia il cardinale Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza e presidente della Conferenza Episcopale Toscana

“‘Nel crudo sasso intra Tevero e Arno da Cristo prese l’ultimo sigillo, che le sue membra due anni portano’. Ricordiamo tutti questa terzina di Dante che nell’XI canto del Paradiso ricorda l’’evento che stiamo celebrando oggi, 800 anni da quel 1224, da quel momento in cui qui, dove ci troviamo, Francesco di ritorno dalla missione presso il sultano chiese a Dio di provare un po’ dell’amore e di quel dolore che Gesù sentì nei momenti della passione, e qui ricevette le stigmate da Lui, da Gesù, che gli apparve in forma di serafino. Fu esaudito proprio vicino alla festa dell’’esaltazione della croce, fu segnato dalle stesse piaghe del crocifisso. Sulle sue mani e sui suoi piedi si formano come delle escrescenze a forma di chiodi. È lui, Francesco d’’Assisi, il primo cristiano nella storia della Chiesa a essere segnato da quelle impronte della passione del Signore”.

Queste alcune parole dell’omelia pronunciata dal cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza e presidente della Conferenza Episcopale Toscana, durante la celebrazione di questo pomeriggio alle 17 a La Verna a cui hanno partecipato i vescovi della Toscana.

L’occasione è stata la chiusura dell’ottavo centenario delle Stimmate di Francesco d’Assisi, stimmate che – ha detto Lojudice -“gli resteranno impresse fino alla morte, nell’ottobre del 1226 e così lui che si era voluto fare in tutto simile a Cristo, con quella scelta di vita radicale, con la povertà, diventa anche fisicamente il riflesso vivente, il ritratto visibile, l’alter cristo, un cristo che si tocca che si vede, che diventa carne”.

Questo pomeriggio la processione, che ogni giorno da secoli i frati del santuario compiono dalla basilica alla cappella delle stimmate, ha acquisito un valore del tutto particolare ed è culminata con la benedizione sul mondo, impartita da padre Massimo Fusarelli, ministro generale dei frati minori, con la reliquia del sangue dello Stimmatizzato della Verna.

Rientrati in basilica al termine della processione delle stimmate, il ministro generale ha recitato la preghiera da lui composta a chiusura dell’ottavo centenario, mentre fra’ Guido Fineschi, guardiano della Verna, ha consegnato al guardiano del santuario di San Damiano, in Assisi, una pergamena con il testo delle Lodi di Dio altissimo, che san Francesco compose a La Verna dopo aver ricevuto le stimmate. Il gesto segna il passaggio di testimone con i frati di San Damiano per l’ottavo centenario, che si celebrerà nel 2025, del Cantico delle creature.

Nella messa notturna di ieri, lunedì 16 settembre, avevano concelebrato non meno di cinquanta sacerdoti, per lo più frati minori, mentre oggi hanno raggiunto la Verna anche i ministri delle Province dei frati minori del centro Italia, assieme all’intero governo della Provincia Toscana e il guardiano di San Giovanni Rotondo, a sancire il legame spirituale fra i santuari che custodiscono il dono dei due stimmatizzati: Francesco e Pio.

“Le stimmate di Francesco ci fanno vedere quelle di Cristo e quindi le nostre ferite e quelle di tanti, ma crediamo che proprio da esse una vita nuova è possibile. Oggi chiudiamo il centenario, non il flusso di vita e di speranza che da 800 anni fluisce dalle ferite di Francesco: segno di quelle di Cristo, partecipazione alle ferite dell’umanità. Riprendiamo, allora, il cammino da La Verna, dove non veneriamo solo i segni delle stimmate, quasi un oggetto religioso che ci lascia come ci ha trovati, bensì incontriamo la verità di una vita umile, colma d’amore, quella di Francesco, discepolo di Cristo povero e crocifisso, che lo rende ancora oggi segno della vita nuova, quella di Cristo risorto. Canto di speranza per un tempo spento eppure assetato di Dio”. Così fra’ Massimo Fusarelli, ministro generale dei frati minori, nell’omelia pronunciata questa mattina, nella Messa solenne che ha chiuso l’ottavo centenario della stimmatizzazione del Poverello d’Assisi.

Il centenario si era aperto ufficialmente il 5 gennaio scorso, seppure già dalla festa delle stimmate 2023 erano iniziate iniziative di carattere spirituale, culturale, pastorale e di evangelizzazione per rimettere a fuoco il valore immenso dei segni della passione di Cristo che Francesco ha portato sul suo corpo negli ultimi due anni di vita, all’apice di un itinerario umano e spirituale che ha toccato vette di amore e di dolore, di letizia e di compassione. E’ ciò che ha sottolineato lo stesso padre Fusarelli, sia nell’omelia della solennità delle Stimmate, sia nella celebrazione che ha presieduto nella notte di ieri, dando il via, poi, ad una veglia che è proseguita fino all’alba e che ha coinvolto poco meno di 200 giovani. Tra la basilica del santuario, la cappella che custodisce il dono della stimmatizzazione e la chiesetta di santa Maria degli angeli, sempre nell’area del santuario, i giovani si sono alternati nella preghiera, avendo la possibilità di trovare frati disponibili per l’ascolto e la confessione. Si conclude, così, un anno che non è stato solo celebrativo di un fatto accaduto otto secoli fa, ma il tentativo di rileggere oggi il senso delle ferite come passaggi per una vita nuova.

Alla solenne celebrazione eucaristica nella basilica del santuario, ha presenziato mons. Andrea Migliavacca, vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, che la sera precedente ha tenuto una catechesi ai ragazzi a Chiusi della Verna, prima di incamminarsi con loro verso il santuario in un itinerario sotto le stelle. Presenti anche i gonfaloni dei Comuni di Firenze, con la sindaca Sara Furnaro; di Chiusi della Verna, col primo cittadino Gianpaolo Tellini, e di Assisi con la sindaca Stefania Proietti. Presenti anche il presidente della Regione, Eugenio Giani, e molte altre autorità.

A margine delle celebrazioni di chiusura del centenario, infine, i sindaci di Chiusi della Verna e di Assisi hanno firmato un protocollo che impegna i due comuni ad essere semi e costruttori di pace.

L’ottavo centenario avrà ora una “coda” a La Verna il 4 ottobre, festa di san Francesco d’Assisi, quando alle 15, dopo la processione alla cappella delle stimmate, il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, mons. Migliavacca, chiuderà ufficialmente la Porta Santa per l’indulgenza, seppure la stessa indulgenza concessa dalla Santa Sede per questo tempo giubilare è stata prorogata al 31 dicembre. 

Infine a Firenze, dal 21 ottobre al 3 novembre, nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, insieme al Comune di Firenze e a MUS.E, sarà allestito un prodotto multimediale immersivo realizzato dal Francesco Cacchiani, dal titolo “L’ultimo sigillo. San Francesco, il monte della Verna e la città di Firenze”. Il comitato delle celebrazioni dell’Ottavo Centenario delle Stimmate costruirà attorno a questo percorso delle iniziative culturali di approfondimento tematico.