Papa Francesco
Papa: “dialoghi con la Cina, il risultato è buono”
Sull'Abbe Pierre: "è un uomo che ha fatto tanto bene, ma è anche un peccatore"
“io sono contento dei dialoghi con la Cina, il risultato è buono, anche per la nomina dei vescovi si lavora con buona volontà”. Lo ha detto papa Francecso nel volo di ritorno dal viaggio in Asia, rispondendo alle domande dei giornalisti. “E per questo – ha aggiunto – ho sentito la Segreteria di Stato, su come vanno le cose: io sono contento. L’altra cosa è la Cina: la Cina per me è una ilusión [un desiderio], nel senso che io vorrei visitare la Cina, perché è un grande Paese; io ammiro la Cina, rispetto la Cina. È un Paese con una cultura millenaria, una capacità di dialogo, di capirsi tra loro che va oltre i diversi sistemi di governo che ha avuto. Credo che la Cina sia una promessa e una speranza per la Chiesa. La collaborazione si può fare, e per i conflitti certamente. In questo momento, il cardinale Zuppi si muove in questo senso e ha rapporti anche con la Cina”.
Il Papa ha risposto anche a una domanda sulla pena di morte a Singapore: “la pena di morte non funziona: lentamente dobbiamo cercare di eliminarla, lentamente. Tanti Paesi hanno la legge ma non eseguono la sentenza. Negli Stati Uniti è lo stesso per alcuni Stati. Ma la pena di morte va fermata. Non va, non va”.
Al Papa è stato chiesto anche dell’Abbe Pierre, accusato di crimini sessuali: “Gente buona, gente che fa il bene – hai nominato l’Abbé Pierre – che poi, con tanto bene che ha fatto, si vede che questa persona è un peccatore brutto. E questa è la nostra condizione umana. Non dobbiamo dire “copriamo, copriamo, perché non si veda”. I peccati pubblici sono pubblici e vanno condannati. Per esempio, l’Abbé Pierre è un uomo che ha fatto tanto bene, ma è anche un peccatore. E noi dobbiamo parlare chiaro su queste cose, non nascondere. Il lavoro contro gli abusi è una cosa che tutti noi dobbiamo fare: ma non solo contro gli abusi sessuali, contro ogni tipo di abuso: l’abuso sociale, l’abuso educativo, cambiare la mentalità alla gente, togliere la libertà… L’abuso è, a mio giudizio, è una cosa demoniaca, perché ogni tipo di abuso distrugge la dignità della persona, ogni tipo di abuso cerca di distruggere quello che tutti noi siamo: immagine di Dio. Io sono contento quando questi casi vengono fuori. E vi dirò una cosa, che forse ho detto un’altra volta: cinque anni fa, abbiamo fatto un incontro con i presidenti delle Conferenze episcopali sui casi di abusi sessuali e di altri abusi, e abbiamo avuto una statistica molto ben fatta, credo delle Nazioni Unite. Dal 42 al 46 per cento degli abusi si verificano in famiglia o nel quartiere… Per finire: l’abuso sessuale dei bambini, dei minorenni è un crimine, è una vergogna”. “Non so – ha concluso – quando il Vaticano è venuto a saperlo, non lo so. Non lo so perché io non ero qui e mai mi è venuta l’idea di fare una ricerca su questo. Ma certamente dopo la morte, sicuro; prima, non so”.