Europa
Ue: Draghi, Europa in stallo. Ritardi da colmare
Rapporto competitività; “Questa è una sfida esistenziale”. L’Europa deve cambiare rotta, altrimenti è destinata “a una lenta agonia”
La crescita rallenta, sul piano demografico le prospettive non sono affatto buone: “L’Europa è in stallo”. Presentando il suo “Rapporto sul futuro della competitività europea” Mario Draghi, già presidente Bce e del Consiglio italiano, non va per il sottile. Segnala il ritardo tecnologico dell’industria europea, il ritardo nel digitale da colmare, la scarsa coerenza nella politica energetica. Da qui l’analisi del quadro Ue e la proposta di 170 azioni percorribili per mantenere l’Europa economica, e sociale, al passo coi tempi, affrontando le pressioni esterne che, si intuisce dal suo discorso, derivano soprattutto dalle due grandi potenze mondiali: Usa e Cina. “Urgenza e concretezza sono due parole chiave del report”, afferma l’economista e politico incaricato da Ursula von der Leyen di stendere questo ampio documento che ora passa al vaglio delle istituzioni Ue. “Abbiamo detto tante volte che la crescita stava rallentando nell’Ue, ma lo abbiamo ignorato. Ora non possiamo più ignorarlo perché le condizioni sono cambiate”. Aggiunge: “Se l’Europa non diventerà più produttiva saremo costretti a scegliere”. “Non potremo essere allo stesso tempo leader nelle nuove tecnologie, un faro della responsabilità climatica e un attore indipendente sulla scena mondiale”. Inoltre “non saremo in grado di finanziare il nostro modello sociale. Questa è una sfida esistenziale”.
Rispondendo alle domande dei giornalisti presenti nella sala stampa di Bruxelles, a un certo punto Mario Draghi afferma che l’Europa potrebbe essere destinata “a una lenta agonia”. Nel senso che occorrono, a suo avviso, decise riforme, politiche comuni e passi avanti in vari ambiti: investimenti, innovazione, decarbonizzazione, equità sociale. Cita le modeste risorse delle famiglie rispetto a quelle statunitensi; si sofferma nuovamente sul calo demografico (“nel 2040 avremo 20 milioni di lavoratori in meno”). “Saremo, eventualmente, una società che si riduce. Forse, in questo senso, non percepiamo la gravità della situazione”. In precedenza l’autore del rapporto sulla competitività aveva affermato: “I valori fondamentali dell’Europa sono prosperità, equità, libertà, pace e democrazia in un ambiente sostenibile. L’Unione europea esiste per garantire che gli europei possano sempre beneficiare di questi diritti fondamentali. Se l’Europa non sarà più in grado di fornirli ai cittadini”, o se dovrà barattarne uno con altro, “avrà perso la sua ragion d’essere”. Quindi la ricetta ribadita più volte: “L’unico modo per affrontare questa sfida è crescere e diventare più produttivi, preservando i nostri valori di equità e inclusione sociale”. Per questo occorre che “l’Europa cambi radicalmente”.