Massa Marittima Piombino

Piombino, festa di Madre Teresa di Calcutta

Ciattini: "Santa Teresa di Calcutta non ha soccorso soltanto uomini affamati e assetati, ma ha soccorso tanti disperati nell’anima e nel corpo, ha soccorso l’uomo in modo integrale, nella sua indigenza totale"

Messa nella Cattedrale di Sant'Antimo a Piombino

La santa messa è stata celebrata presso la Concattedrale di sant’Antimo a Piombino ieri giovedì 5 settembre. Di seguito l’omelia pronunciata dal vescovo Carlo Ciattini.

Carissimi fratelli e sorelle,
il salmo che abbiamo appena ascoltato sembra riproporci, in un  continuo crescendo, un invito: venite e vedete come è buono il Signore; un invito a guardare Lui per ritrovare luce e così essere liberati dalle angosce della nostra condizione, un sapere di una salvezza che il Signore ci dona mentre si accampa attorno a noi; di un’indigenza soccorsa. Veramente il Signore ci chiama a gustare e vedere quanto è buono e proclama beato l’uomo che in Lui si rifugia. Sembra che questo salmo tratteggi la figura di Santa Teresa di Calcutta, una donna che ha gustato e assaporato Dio, il Signore, che è divenuto per lei un cibo squisito, un’esperienza di vita che ha prevalso su ogni altra proposta che il mondo le poteva offrire.

Un’esperienza che l’ha portata a quella intimità con il Signore che l’ha resa capace di stare con Lui sempre e spargere vita, gioia grande. Santa Teresa di Calcutta non ha soccorso soltanto uomini affamati e assetati, ma ha soccorso tanti disperati nell’anima e nel corpo, ha soccorso l’uomo in modo integrale, nella sua indigenza totale.

Come ci ha detto il profeta Isaia il Signore ci chiama a sciogliere le catene inique, a togliere i legami del giogo, a rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni gioco. Dunque ci invita a collaborare con Lui per una liberazione integrale, quella liberazione che soccorre l’uomo saziandolo in terreni aridi e dando vigore alle sue ossa. Ma questo è possibile soltanto nell’intimità con Lui.  Stando con Lui si impara ad amare in modo vero, autentico. Madre Teresa ci invita ad andare a Lui come discepoli così che giorno dopo giorno possiamo entrare in una logica nuova, soprattutto ricevere una forza nuova che è la grazia.

Silvano dell’Athos  esclama: «Signore misericordioso, come è grande il tuo amore per me peccatore! Mi hai dato di conoscerti; mi hai dato di gustare la tua grazia. Mi hai concesso di gustare la tua bontà e la tua misericordia, e la mia anima è insaziabilmente attratta a te giorno e notte» (Nostalgia di Dio, Magnano 2011, p.137).

Carissimi fratelli e sorelle, è in questa intimità, è in questo stare con il Signore che diveniamo giorno per giorno capaci di vedere l’altro.

È vedendo l’altro nella luce di Cristo che Madre Teresa ha servito l’uomo nella sua totalità, quasi vivacizzandolo laddove quel corpo, o quella mente o quel cuore erano mortificati. San Giovanni Paolo II nel giorno della canonizzazione di madre Teresa sottolineò: «Era a Gesù stesso, nascosto sotto le vesti angoscianti dei più poveri tra i poveri, che era diretto il suo servizio. Madre Teresa pone in rilievo il significato più profondo del servizio: un atto d’amore fatto agli affamati, agli assetati, agli stranieri, a chi è nudo, malato, prigioniero (cfr Mt 25, 34-36), viene fatto a Gesù stesso» (Omelia, 19.X.2003). Dunque un vivere una realtà sponsale, una fedeltà a Cristo sposo, e perciò all’uomo, ad ogni uomo. Qualcosa di più che soccorrere le povertà materiali, ma un rigenerare, un ricreare l’altro e farlo poi crescere con la forza dell’amore, come fa una sposa con lo sposo, una madre con i figli.

«Madre Teresa proclama il Vangelo con la sua vita tutta donata ai poveri ma al tempo stesso avvolta dalla preghiera […] La sua grandezza risiede nella sua abilità di dare senza calcolare i costi, di dare fino a quando fa male; la sua vita è stata un vivere radicale e una proclamazione audace del Vangelo» (Ibidem).
Quale attenzione dobbiamo noi mettere oggi in quelle scelte di carità perché siano veramente tali, veramente secondo l’insegnamento e il dono di Cristo?

Conclude San Giovanni Paolo II: «Madre Teresa desiderava essere un segno dell’amore di Dio, della presenza di Dio, della compassione di Dio e, in tal modo, ricordare a tutti il valore e la dignità di ogni figlio di Dio, creato per amare ed essere amato: accogliamone il messaggio e seguiamone l’esempio» (Ibidem).
Un grazie alle nostre suore, figlie e missionarie della carità, che con la loro vita testimoniano, con generoso impegno, il messaggio e l’esempio della madre.