Papa Francesco

Papa in Indonesia: messa allo stadio di Giacarta, “mi raccomando, fate chiasso”

“Il cuore dell’uomo è sempre alla ricerca di una verità capace di sfamare e saziare il suo desiderio di felicità”

“Nel libro degli Atti degli Apostoli si dice che nel giorno della Pentecoste a Gerusalemme c’è stato un grande chiasso, e tutti facevano chiasso nel predicare il Vangelo. Mi raccomando, cari fratelli e sorelle: fate chiasso!”. Il Papa si è congedato dall’Indonesia, prima tappa del suo viaggio apostolico in Asia e Oceania, con queste parole a braccio, pronunciate al termine della messa presieduta allo stadio di Giacarta. “La mia visita in mezzo a voi volge al termine e voglio esprimere la mia gioiosa gratitudine per la squisita accoglienza che mi è stata riservata”, le parole di Francesco. “Cari fratelli e sorelle, Dio vi benedica e vi faccia crescere e perseverare nella pace e nell’amore fraterno!”, il saluto al popolo indonesiano, dopo il ringraziamento a tutti i componenti della comunità cattolica, ai volontari e in particolare agli anziani, ai malati e ai sofferenti.

“Il primo compito del discepolo non è quello di indossare l’abito di una religiosità esteriormente perfetta, di fare cose straordinarie o impegnarsi in imprese grandiose”. Lo ha detto il Papa, nell’omelia della messa allo stadio di Giacarta, ultimo momento pubblico della tappa in Indonesia del suo 45° viaggio apostolico, a cavallo tra Asia e Oceania. “Il primo passo, invece, consiste nel sapersi mettere in ascolto dell’unica Parola che salva, quella di Gesù”, ha ricordato Francesco: “La nostra vita di fede inizia quando umilmente accogliamo Gesù sulla barca della nostra esistenza, gli facciamo spazio, ci mettiamo in ascolto della sua Parola e da essa ci facciamo interrogare, scuotere e cambiare”. “Il cuore dell’uomo è sempre alla ricerca di una verità capace di sfamare e saziare il suo desiderio di felicità”, ha osservato il Papa: “Non possiamo accontentarci delle sole parole umane, dei criteri di questo mondo, dei giudizi terreni; sempre abbiamo bisogno di una luce che venga dall’alto a illuminare i nostri passi, di un’acqua viva che possa dissetare i deserti dell’anima, di una consolazione che non deluda perché proviene dal cielo e non dalle effimere cose di quaggiù. In mezzo allo stordimento e alla vanità delle parole umane, c’è bisogno della Parola di Dio, l’unica che è bussola per il nostro cammino, l’unica che tra tante ferite e smarrimenti è in grado di ricondurci al significato autentico della vita”.