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Terra Santa: Patton, “spezziamo la catena di odio e di rabbia guardando a Gesù sulla Croce”

L'incontro "Io vivo con te" ha visto 150 giovani insieme per tre giorni, dal 16 al 18 agosto, a Nazareth per pregare e per vivere un’esperienza di condivisione

(Foto Cts)

“Vivo con Te”: è stato il titolo dell’incontro che ha visto 150 giovani insieme per tre giorni, dal 16 al 18 agosto, a Nazareth per pregare e per vivere un’esperienza di condivisione. L’appuntamento di quest’anno, a causa del conflitto in corso e dell’instabile situazione, ha sostituito la Marcia Francescana. Al sito della Custodia di Terra Santa che riporta la notizia, il custode di Terra Santa ,padre Francesco Patton, parla di “messaggio di speranza lanciato da questi giovani che sono riusciti a trovarsi per alcuni giorni per stare insieme, per riflettere insieme su cosa significa essere cristiani e vivere un momento intenso di fraternità. Nazareth è il luogo dell’Incarnazione che ci ricorda che è stato il Figlio di Dio a scegliere di vivere con noi: non solo, ma anche a vivere per noi, cioè a dare la sua vita per noi”.

“La catena di rabbia e di odio – aggiunge il custode – noi la spezziamo sempre e solo se siamo capaci di guardare a Gesù Cristo in croce perché è Gesù Cristo in croce che ha preso su di sé tutto il male dell’umanità e della storia. Il male è come un’esplosione nucleare, causa una reazione a catena e per interromperla bisogna che qualcuno abbia il coraggio di non reagire. Gesù Cristo in croce ci ha insegnato che per non reagire e per sconfiggere il male bisogna perfino accettare di morire, di dare la vita”. “I primi evangelizzatori del mondo giovanile siano i giovani stessi – conclude padre Patton – quindi se i giovani in questi giorni accolgono con fiducia la parola e assumono seriamente l’impegno di incarnarla, trasmetteranno questo anche ad altri giovani, potranno impostare delle scelte di vita secondo il Vangelo e potranno guardare al futuro con fiducia e senza paura”.

“È stato molto difficile per noi quest’anno riorganizzare la marcia francescana, che non poteva svolgersi nella sua forma consueta – spiega fra George Haddad, responsabile dell’evento insieme ad altri confratelli e 10 religiose di diverse congregazioni – a causa delle circostanze che il nostro Paese vive da circa un anno, in cui ognuno di noi è stato coinvolto. Ma questo non ci ha impedito di organizzare in un incontro francescano con i giovani”. Le tre giornate di incontri, condivisione, intrattenimento, adorazione e di veglia spirituale, sono culminate nella messa finale presieduta da fra Ibrahim Sabbagh, parroco di Nazareth.