Toscana

Ammortizzatori sociali, Toscana sesta per aumento delle ore

Pesano le crisi industriali dei settori della moda e della meccanica. Arezzo, Prato e Pisa raddoppiano le ore rispetto al primo semestre 2023.

Le crisi industriali in Toscana non sono purtroppo una novità di questi giorni. Il contesto macroeconomico, alla luce dell’ultimo rapporto Irpet, desta alcune preoccupazioni: infatti siamo di fronte ad una stagnazione del Pil, accompagnata però da una crescita occupazionale che evidentemente non può che essere di scarsa qualità e stabilità.

A questo si aggiungono le crisi globali di settori fondamentali per la nostra regione, come quelli della moda e parte della meccanica, che peraltro rischiano di estendersi a macchia d’olio verso altri settori.

L’impatto verso la popolazione è notevole: in totale le crisi industriali in Toscana sono 71 e coinvolgono oltre 11.500 lavoratrici e lavoratori. Ovviamente si ha un riflesso anche nell’utilizzo degli ammortizzatori sociali.

Secondo gli ultimi dati dello studio UIL sugli ammortizzatori sociali – che compara i dati di casse integrazioni e fondi di solidarietà del primo semestre 2024 con quelli del primo semestre 2023 – l’accesso a quest’ultimi è aumentato vertiginosamente in Italia, segnando un +19,1%. In particolare il dato è frutto di un aumento importante delle ore di cassa integrazione (soprattutto quella ordinaria e quella in deroga, rispettivamente +44,6% e +39,6%), vista la diminuzione del 34,1% dei fondi di solidarietà.

La distribuzione della variazione degli ammortizzatori sociali non è omogenea sul territorio nazionale: infatti gli aumenti più sensibili (+35%) li vediamo al Nord, mentre Centro e Mezzogiorno vedono aumentare le ore ma in modo più contenuto, rispettivamente del +4,5% e +0,7%.

La Toscana è la settima regione per numero di ore di ammortizzatori sociali autorizzate, circa 18 milioni (18.052.054), dietro a Campania, Puglia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. 

Inoltre, la Toscana ha avuto – anche a causa delle crisi industriali – un aumento sensibili di ore autorizzate (+42,2%), attestandosi al sesto posto in Italia e di fatto decuplicando la percentuale dell’area di riferimento.

La situazione tra le varie province non è uniforme: mentre alcune riducono l’utilizzo di ammortizzatori sociali (Massa Carrara, Pistoia, Grosseto e Lucca, con quest’ultima che ha una riduzione addirittura del 23%),

altre le aumentano consistentemente: Arezzo, Prato e Pisa (+107,6%, +104,8% e +96,2%) di fatto raddoppiano le ore, mentre Firenze ha aumenti più contenuti con un +64,9%.

Firenze però rimane tra le prime province per numero di ore autorizzate: con ben 5.497.928 ore è la 13esima provincia italiana.

Arezzo invece è tra le province con la variazione più alta precisamente al 14° posto.

Il Segretario Generale della UIL Toscana Paolo Fantappiè commenta i dati sostenendo la necessità di “rilanciare lo sviluppo industriale e l’occupazione di qualità attraverso gli investimenti, che devono essere privilegiati rispetto alla rendita (come invece vediamo in molte città). Inoltre, non possiamo perdere la grande occasione del PNRR e dei FSE, che rappresenterebbe anche un’ancora di salvezza dal costante declino socio-economico. A questo proposito chiediamo un maggior coinvolgimento delle parti sociali nella progettazione degli investimenti per non far sì che questi rappresentino solo altri finanziamenti a pioggia alle imprese e che non vengano accompagnati da una reale crescita occupazionale stabile e di qualità”.