Toscana
Le priorità per Gori, nuovo presidente di Fondazione Caript
41 anni, entrerà in carica il 1° luglio e nel suo programma di mandato ha definito le linee strategiche d’intervento della Fondazione: particolare attenzione ai diversi territori della provincia di Pistoia, alla parità di genere e al ricambio generazionale
Solidale, sussidiaria e generativa: sono le tre parole chiave individuate da Luca Gori, 41 anni, presidente designato di Fondazione Caript, per descrivere l’azione dell’ente nei prossimi quattro anni. Entrerà in carica il primo luglio e nel suo programma di mandato ha definito le linee strategiche d’intervento della Fondazione.
«Per lo spirito con il quale ho accettato questo ruolo, dedicherò particolare attenzione ai temi della parità di genere, del ricambio generazionale e di un’adeguata rappresentanza dei diversi territori – ha esordito Gori -. Criteri per me importanti anche all’interno della Fondazione e che seguirò a iniziare dalla scelta del nuovo cda».
Il presidente designato sottolinea poi obiettivi e modalità con cui operare: «Dopo una fase nella quale le fondazioni di origine bancaria hanno lavorato come enti tendenzialmente erogativi, oggi agiscono da veri e propri attori delle libertà sociali, agevolando, promuovendo e favorendo processi di cambiamento strutturali in ambiti cruciali per la comunità. Il nostro obiettivo, dunque, è impegnarsi per una moderna visione della solidarietà, che non sia una mera forma di beneficenza, ma risponda a una visione di comunità più equa, tenendo insieme prospettive culturali, sociali, politiche ed economiche».
Per questo nel programma il tema della sussidiarietà è legato alla necessità di aggregare risorse e soggetti, sia pubblici che privati, dal Terzo Settore al mondo delle imprese, per agevolare e sostenere cambiamenti radicati nel contesto locale, allo stesso tempo connessi alle grandi evoluzioni della nostra epoca.
Alcuni esempi di sussidiarietà “in azione” sono i percorsi avviati per la Fondazione delle Comunità pistoiesi, per il Masterplan della Valdinievole e, naturalmente, per l’insediamento a Pistoia del nuovo polo di formazione, ricerca e trasferimento tecnologico dell’Università di Firenze.
«C’è poi un altro lato della sussidiarietà su cui riflettere – ha aggiunto Gori –: valutare di volta in volta se la Fondazione debba intervenire direttamente, costruire partenariati oppure sostenere soggetti pubblici e privati che già operano in determinati ambiti. Anche lo strumento delle erogazioni, da sempre molto utilizzato, va inquadrato in una prospettiva di risoluzione di problemi aperti, non può dunque essere un fine, ma solo un mezzo».
Nel programma di mandato le risorse sono indirizzate a un’azione “generativa”. Questo significa rinunciare a interventi di piccolo cabotaggio o con orizzonti limitati e allo stesso tempo evitare sperimentazioni fini a loro stesse, che non riescano poi a strutturarsi in politiche stabili d’intervento.
«Le nostre azioni dirette devono avere ricadute significative, mirando a risultati che difficilmente enti pubblici o privati potrebbero raggiungere autonomamente. Penso ai Dialoghi di Pistoia o a progetti come il bando Business Innovation e le Comunità energetiche rinnovabili – ha detto Gori -. Saranno valutazioni d’impatto sulle varie iniziative a orientarci su come valorizzare le risorse che possiamo rendere disponibili, anche pensando a bandi dedicati ad aree specifiche del territorio».
Nel programma di mandato, infine, si esplicita che, per la rilevanza di alcuni settori, la Fondazione continuerà a operare attraverso enti strumentali. Fondazione Pistoia Musei avrà la responsabilità di esplorare in modo sempre più approfondito le connessioni fra cultura, sviluppo economico e welfare: le collezioni permanenti, le mostre e gli eventi saranno i mezzi principali per arrivare a questo risultato. Per Fondazione Uniser Pistoia è aperta una riflessione su come l’ente dovrà sviluppare la sua missione negli ambiti dell’educazione, dell’istruzione e della formazione, anche alla luce del possibile arrivo in città di un insediamento universitario. GEA – Green Economy and Agriculture rappresenta un asset strategico per il piano di rigenerazione che riguarda un’intera area della città, anche in rapporto alla futura presenza dell’Università a Pistoia. L’importante intervento ambientale già realizzato nei 25 ettari di parco è punto di partenza per creare un luogo dedicato allo sviluppo di nuove imprese e alla creazione di posti di lavoro di qualità.