Papa Francesco

Papa Francesco: alla Loyola University, “essere testimoni di speranza in un mondo segnato da divisioni e conflitti”

“Per andare avanti nella vita bisogna sognare”, “lavorare per un futuro in cui il mondo possa trovare la pace”. Poi chiede di “formare menti brillanti ma anche cuori generosi”

Papa Francesco (foto archivio Agensir)

“Essere testimoni di speranza in un mondo spesso segnato da divisioni e conflitti”. È la consegna del Papa ad una delegazione della Lojola University di Chicago, ricevuta oggi in udienza. “Grazie a Dio che ci sono i conflitti, ma i conflitti si risolvono su un altro piano, superiore”, ha detto Francesco: “I conflitti ci portano a camminare nei labirinti e dal labirinto si esce da sopra e non da soli. Il conflitto ci spinge a lavorare”. “Perseverate dunque in questo cammino, che vi insegna a coltivare il senso critico, la capacità di discernimento e la sensibilità verso le sfide globali; a porvi sempre la domanda: come può la nostra Università contribuire a fare del mondo un luogo migliore?”, l’invito del Papa: “Sempre tendere al meglio! “Tornate alle radici per andare avanti”, ha chiesto Francesco all’ateneo dei gesuiti: “Non si può andare avanti senza radici, dalle quali si prende la forza: la forza la si prende dalle radici”.

“Vi auguro di formare sognatori laboriosi, e di esserlo voi stessi, prima di tutto!”. È l’augurio del Papa. “Per andare avanti nella vita, bisogna sognare”, la tesi di Francesco, secondo il quale “una persona che ha perso la capacità di sognare manca di creatività, manca di poesia, e la vita senza poesia non funziona”. “Vi incoraggio a coltivare la curiosità intellettuale – che non è il chiacchiericcio, che fa male, no, la curiosità intellettuale –, lo spirito di collaborazione e la sensibilità verso le sfide dell’epoca in cui viviamo, portando avanti l’eredità di Sant’Ignazio”, l’invito del Papa: “C’è bisogno di uomini e donne che siano pronti a mettere le proprie competenze al servizio degli altri, a lavorare per un futuro in cui ogni persona possa sviluppare le proprie capacità e vivere con dignità e rispetto, e il mondo possa trovare la pace”. “Questo mi colpisce molto oggi: nella situazione di crisi dell’ordine mondiale sembra che manchi un orizzonte di speranza”, ha rivelato Francesco: “E senza speranza non si può vivere. Non dimentichiamo la speranza, che è l’ancora, alla riva, e noi siamo aggrappati alla corda. La speranza non delude mai! Vi affido, in particolare, il dialogo interculturale e interreligioso come strumento per favorire la comprensione reciproca, la cooperazione e la costruzione di ponti tra diverse tradizioni, culture e visioni del mondo”.

“In un momento storico segnato da rapidi cambiamenti e da sfide sempre più complesse, il ruolo delle istituzioni accademiche è cruciale”, ha poi concluso chiedendo ai presenti “non solo di formare menti brillanti, ma anche di coltivare cuori generosi e coscienze attente alla dignità di ogni persona”. “L’educazione si fa su tre piani: con la testa, con il cuore e con le mani”, ha ribadito Francesco: “Pensare quello che tu senti e fai, sentire quello che tu pensi e fai, fare quello che tu pensi e senti. Ma sempre in armonia, le tre cose”. “L’educazione, oltre che trasmissione di conoscenze, è un impegno e un metodo per formare persone capaci di incarnare i valori della riconciliazione e della giustizia in ogni aspetto della vita”, ha spiegato il Papa, secondo il quale “mente, cuore e mani non possono crescere bene separatamente, e solo insieme possono coinvolgersi con la realtà e le esigenze del tempo”.