Europa

Aborto: Crociata (Comece) su risoluzione Parlamento Ue, “sopprimere una vita non può essere mai un diritto”

Il presidente della Commissione degli episcopati dell’Unione europea commenta la risoluzione approvata oggi nella quale i deputati europei hanno dichiarato la volontà di inserire il diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue

Mons. Mariano Crociata (foto Gennari/Siciliani)

“L’approvazione di questa risoluzione da parte del Parlamento europeo ci reca molto dispiacere. Come Comece l’abbiamo espresso con una dichiarazione uscita in questi giorni. Non possiamo che esprimere il nostro disaccordo”. Così mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina e presidente della Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece), commenta a caldo la risoluzione approvata oggi, giovedì 11 aprile, nel Parlamento europeo con 336 voti a favore, 163 contrari e 39 astensioni, nella quale i deputati hanno dichiarato la volontà di inserire il diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue.

“Non si può pensare di dichiarare che l’aborto sia un diritto umano perché la soppressione di una vita non può essere mai un diritto umano”, dichiara mons. Crociata. “Qualcuno parla di un grumo di cellule – aggiunge -, in realtà è l’inizio di una nuova persona”.

La risoluzione nasce con l’intento di garantire un’assistenza di alta qualità a tutte le donne. Mons. Crociata dissente. “Questo voto non aiuta la condizione delle donne”, afferma. “Ostacolare la maternità non è un modo per aiutare le donne, che vanno senz’altro sostenute e accompagnate sempre, e rispettate nelle loro scelte”.

Il testo approvato oggi esorta i Paesi Ue a rimuovere e combattere gli ostacoli all’aborto, invitando la Polonia e Malta ad abrogare le loro leggi e altre misure che lo vietano e lo limitano. “È qualcosa che va contro il diritto comunitario”, evidenzia il presidente dei vescovi Ue.

“Perché non consente di rispettare gli orientamenti e le sensibilità della varie nazioni e dei vari popoli che su questa materia hanno competenza. Dunque, la risoluzione ha l’effetto oltre tutto di produrre divisione e divaricazione all’interno dell’Unione europea. È come andar contro l’identità, la storia, il compito e il futuro dell’Unione europea”.

Riguardo, infine, alla clausola di “coscienza” posta da alcuni medici e che invece viene condannata nella risoluzione dai deputati europei perché causa ritardi e rischi alla salute, mons. Crociata afferma: “Non possiamo che considerare con grande preoccupazione la limitazione della libertà di coscienza che è uno dei principi fondamentali che garantiscono il rispetto della persona e della democrazia. La limitazione della libertà di coscienza è una minaccia alla libertà, un modo di agire che alla fine assomiglia molto ad un regime autoritario. Speriamo che il nostro parlamento europeo non vada in questa direzione”.