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Vescovi toscani dal Papa “per essere confermati nella fede”
Lunedì 4 marzo l’incontro con papa Francesco aprirà una settimana di colloqui con i vari dicasteri romani. Fausto Tardelli, segretario della Conferenza episcopale toscana: «Un’antica e bella tradizione, segno di comunione nella Chiesa»
L’incontro con papa Francesco aprirà, la mattina di lunedì 4 marzo, la «Visita ad limina apostolorum» dei vescovi toscani. Un appuntamento che proseguirà poi nei giorni successivi, con un fitto calendario di incontri con i vari dicasteri della curia romana.
A segnare le varie giornate, le celebrazioni nella basilica di San Pietro (la mattina di martedì 5 marzo), nella basilica di Santa Maria Maggiore (6 marzo), nella basilica di San Giovanni in Laterano (7 marzo) e la celebrazione conclusiva nella basilica di San Paolo fuori le mura, la sera di venerdì 8 marzo.
Cosa rappresenta la Visita ad limina, qual è il valore di questo appuntamento?
Il vescovo di Pistoia e di Pescia Fausto Tardelli, come segretario della Conferenza episcopale toscana, ha seguito in modo particolare la preparazione del calendario.
«La Visita ad limina – spiega – è un’antica e bella tradizione, segno di comunione nella Chiesa: periodicamente tutti i vescovi del mondo si recano a Roma per venerare gli Apostoli Pietro e Paolo ed esprimere la comunione con la Sede romana e quindi con il Papa. Normalmente avviene ogni 5 anni, questa volta il tempo si è allungato causa la pandemia».
Il termine indica le visite compiute a Roma (ad limina apostolorum, cioè alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo) dai vescovi delle varie diocesi, a turno. Già diffuse nel medioevo, furono rese obbligatorie da Sisto V nel 1585. Attualmente, i vari Paesi si alternano: dallo scorso gennaio sono iniziate quelle dei vescovi italiani, raggruppati per regioni ecclesiastiche. Piemonte e Valle d’Aosta, Lombardia, Triveneto, Liguria hanno già compiuto la loro visita, nei prossimi giorni sarà la volta dell’Emilia Romagna; poi toccherà, appunto, ai vescovi toscani.
«Il momento più significativo – spiega il vescovo Tardelli – sarà l’incontro con papa Francesco programmato per la mattina di lunedì 4 marzo. Poi ci sono le celebrazioni eucaristiche nelle quattro basiliche maggiori, quindi il confronto con i principali dicasteri della Santa Sede».
Per le diocesi, spiega, è anche un’occasione di verifica: «In occasione della visita a ogni diocesi è chiesta una relazione assai dettagliata sullo stato attuale della Chiesa locale. Questa relazione è firmata dal vescovo ma è stata preparata con l’apporto dei vari uffici e responsabilità diocesane».
I temi affrontati riguardano la vita dele diocesi nei vari aspetti: i vescovi si confronteranno ad esempio con il dicastero per la dottrina per il clero, con quelli per i vescovi, per il clero, per la vita consacrata, per i laici, la famiglia e la vita. Si parlerà anche di ecumenismo e di dialogo interreligioso, di educazione e cultura, di liturgia e sacramenti, di comunicazione. I vescovi incontreranno anche il dicastero per l’evangelizzazione, il servizio dello sviluppo umano integrale, la Segretaria di Stato, la Segreteria generale del Sinodo.
Nel 2013 i vescovi toscani furono i primi a incontrare papa Francesco dopo l’elezione. «Fu un bell’incontro – ricorda mons. Tardelli – informale, familiare, bello anche a vedersi, tutti seduti intorno al Papa a chiacchierare sulla nostra Chiesa e sulla evangelizzazione del mondo».
Cosa si aspettano allora i vescovi toscani da questo nuovo incontro?
«Ci aspettiamo quello che ci si aspetta dal successore di Pietro e che è ben indicato nel Vangelo: essere confermati nella fede».