Vita Chiesa
Silvano Piovanelli, cento anni: padre, fratello, amico
Il 21 febbraio 1924 nasceva a Ronta di Mugello. Vescovo di Firenze dal 1983 al 2001
A Ronta, oggi cent’anni fa, il 21 febbraio 1924, nasceva, in una famiglia di umili origini, Silvano Piovanelli, il futuro arcivescovo e cardinale di Firenze. Nel piccolo borgo del Mugello ai piedi dell’Apppennino tosco-emiliano, nel vedere nel suo parroco la felicità di essere cristiani, il piccolo Silvano, matura la vocazione. Non ha nemmeno dodici anni quando decide di entrare in Seminario. «Ero piccolino — raccontava — e perciò soltanto dopo potei comprendere fino in fondo quello che lo Spirito allora mi aveva suggerito e dato la forza di fare».
Ordinato sacerdote dal cardinale Elia Dalla Costa il 13 luglio 1947 assieme a dieci compagni di Seminario tra cui don Lorenzo Milani, Piovanelli, dopo importanti esperienze come parroco in particolare a Castefiorentino e come vicario generale della diocesi, viene eletto vescovo il 28 maggio 1982 e ordinato in Santa Maria del fiore il 24 giugno. Dopo la prematura scomparsa del cardinale Giovanni Benelli, avvenuta il 26 ottobre 1982, Giovanni Paolo II lo nomina arcivescovo di Firenze. È il 22 marzo 1983. Domenica 8 maggio prende solennemente possesso dell’arcidiocesi. Nell’assemblea della Conferenza episcopale toscana del 7 giugno 1983 viene eletto presidente dei vescovi della regione. Successivamente diventa anche vicepresidente della Conferenza episcopale italiana. Viene creato cardinale nel concistoro del 25 maggio 1985. Lascia la diocesi per raggiunti limiti di età nel marzo 2001 restando ancora per molto in attività anche come presidente della Fies, la Federazione italiana esercizi spirituali. La morte lo coglie serenamente nel sonno poco prima dell’alba di sabato 9 luglio 2016.
Il cardinale Silvano Piovanelli è stato un vescovo molto amato. In tanti, a Firenze e non solo, lo ricordano con affetto. Per molti è stato un padre, un fratello, un amico. Il poeta Mario Luzi diceva che Piovanelli era rimasto «un prete vicino al suo popolo anche nella dignità a cui era stato elevato». Piovanelli, infatti, si sentiva parroco, addirittura un «vecchio parroco». Tutto quello che aveva imparato, diceva, di averlo imparato in parrocchia: lì aveva ricevuto la formazione pastorale.
Durante il suo lungo episcopato, Piovanelli ha realizzato molte cose. Ma nei ricordi dei fiorentini più maturi c’è soprattutto il Sinodo diocesano, aperto il 21 maggio 1988 e chiuso l’11 ottobre 1992, che resta il più grande impegno a conclusione della visita pastorale. Le tre fasi, vedere giudicare e agire, coinvolsero tutte le componenti della Chiesa locale e della società civile. La commissione centrale, nella quale Piovanelli chiamò preti, religiosi e laici fu il vero motore dell’intero percorso. Vennero anche promosse indagini sociologiche e statistiche, alcune mai realizzate prima in una diocesi, come l’identikit del praticante fatto con tutti coloro che partecipavano alle messe domenicali.
Nella Chiesa fiorentina Piovanelli è stato un uomo di dialogo e perciò di riconciliazione, non solo sul piano della lucidità e della volontà intellettuale, ma anche e soprattutto nel tratto umano, nella dimensione più profonda del cuore, di un cuore che ha saputo instaurare rapporti di calorosa fraternità. Il sinodo e le assemblee ecclesiali volute e attuate da Piovanelli hanno dato luogo a esperienze di partecipazione ecclesiale e di ascolto delle istanze dei credenti tra le più significative della Chiesa italiana degli anni Novanta.
Nel riprendere oggi in mano i suoi scritti, si scopre anche come in certi concetti abbia persino anticipato formule care a Papa Francesco a partire dalla «Chiesa in uscita». «Il cristiano — scriveva Piovanelli nel 1996 — deve uscire fuori, il cristiano è l’uomo della strada», lo è soprattutto «perché l’uomo è la prima strada che la Chiesa deve percorrere». «Il cristiano — aggiungeva — deve scendere in strada e mettersi in cammino. Il cristiano, ogni cristiano, non può rimanere seduto, non può restare in pantofole dinanzi alle parole di Gesù…, dinanzi a un mondo che cerca disperatamente il senso della vita e della storia».
Andrea Fagioli è autore del libro “Silvano Piovanelli. Padre, fratello, amico” pubblicato dalla Società Editrice Fiorentina