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Giornata per la Vita: Casini Bandini, un cartello dà noia
Può un cartello, innocuo e comunque approvato prima della sua esposizione dal Comitato etico dell’As, dare noi alla cultura dominante? Sembra di sì visto che è stato rimosso dopo la protesta di una persona. Difficile far comprendere che la Legge 194 prevede queste informazioni e anche altri servizio per la donna
Una innocua mano tesa, silenziosa, rispettosa, accogliente, non giudicante. «Sei in difficoltà a causa di una gravidanza? Ti ascoltiamo». Poi un numero verde, 800 81 3000, e un sito www.sosvita.it. Una proposta affidata alla totale libertà di chi legge. Un’offerta. Niente più. Eppure – in una società dove da tutte le parti i messaggi di tutti i tipi si moltiplicano, ci bombardano, ci avvolgono, si impongono – quella frase collegata semplicemente all’ascolto di chi si trova in difficoltà per una gravidanza problematica ha suscitato un vespaio di polemiche e accuse; è stata letta come una minaccia, un’indebita intrusione, una forzatura, una forma di violenza privata, una coartazione, un’oppressione nei confronti dell’autodeterminazione ad abortire. Morale: il manifesto è stato rimosso. Perché? Perché – udite, udite! – la mano tesa viene da un servizio, SOS vita, collegato al Movimento per la vita, che semplicemente ricorda, sul piano culturale e su quello assistenziale, che nella gravidanza i soggetti sono due: la mamma e il figlio. Poiché per la mentalità abortista del figlio nel grembo della mamma non si deve parlare – per favore non si torni alla solfa del «grumo di cellule» vecchia quanto il cucco! – neanche per una riflessione, un aiuto alla donna, allora il bimbo concepito deve essere cancellato non solo nei fatti, ma anche nelle menti e nei cuori (di qui le censure) e con lui «cancellati», sepolti, sotto insulti, bugie, caricature, offese, stravolgimenti della realtà tutti coloro (obiettori compresi) che semplicemente pongono la loro attenzione anche su quel piccolo essere umano – così dice la scienza moderna e conferma la ragione – che vive e cresce nel grembo della sua mamma. Un metodo decisamente intollerante e prepotente, già sperimentato purtroppo anche in altre circostanze (ad esempio qualche settimana fa a Padova dove nel giro di tre volte in poco tempo il Centro di Aiuto alla vita è stato aggredito con tanto di sterco accumulato davanti all’ingresso). Il costo è addirittura – e paradossalmente – la negazione della libertà della donna che viene privata anche della possibilità di una mano tesa, di un ascolto, di una prospettiva diversa da quella dell’aborto! Assurdo.
Assurdo anche alla luce della legge 194 che, per quanto iniqua, contiene alcuni spunti che orientano alla nascita: l’aborto non è mezzo di controllo delle nascite (art. 1), la vita umana va tutelata sin dall’inizio (art. 1), i consultori, si legge all’art. 2 contribuiscono «a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza», nel colloquio (art. 5) devono essere esaminate «le possibili soluzioni dei problemi proposti», la donna va aiutata «a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza», deve essere promosso «ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto» (si noti: «durante la gravidanza»). Ricordo anche che il Comitato nazionale per la bioetica ha detto che «La relegazione di una donna nella solitudine, sia essa materiale o morale, dinanzi all’impegno della maternità costituisce infatti violazione radicale della dignità umana della donna medesima e del figlio, e nel contempo rappresenta il fallimento dei vincoli solidaristici fondamentali per la convivenza civile». Ma non lasciamo il campo a considerazioni amare e apriamoci con gioia e fiducia alla celebrazione della 46ª Giornata per la Vita (tema di quest’anno «La forza della vita ci sorprende»), che si svolgerà domenica 4 febbraio. Sono stati i vescovi italiani a volere la Giornata per la vita, rivolta ai credenti e ai non credenti, per promuovere nella società il riconoscimento del bambino non nato come uno di noi – ci sono «solide ragioni» che ne «attestano sempre e comunque la dignità e il valore» – e moltiplicare le forze della solidarietà di fronte alle difficoltà per l’arrivo di una nuova vita, sapendo – e l’esperienza conferma – che «spesso il bambino non voluto fa della propria vita una benedizione per sé e per gli altri». Di qui un atteggiamento di accoglienza verso le molte, troppe vite negate «cui la nostra società preclude di fatto la possibilità di esistere o la pari dignità con quelle delle altre persone» e la convinzione, anch’essa collaudata dall’esperienza, che ogni vita umana anche nella fragilità «è un dono, degno di essere accolto e capace di offrire a propria volta grandi ricchezze di umanità e spiritualità a un mondo che ne ha sempre maggiore bisogno». Ecco perché la Giornata per la vita è a servizio e a favore della civiltà, del progresso, dei diritti dell’uomo. Solo così capiremo che cosa è libertà, uguaglianza, democrazia, giustizia, solidarietà. Capiremo fino in fondo che cosa è la pace e come si può operare affinché si realizzi in maniera vera, stabile, duratura. A questo riguardo merita attenzione questo passaggio del messaggio dei vescovi: «gli sbagli del passato si ripetono e nuovi continuamente vengono ad aggiungersi, favoriti dalle crescenti possibilità che la tecnologia oggi offre di manipolare e dominare l’essere umano, e dal progressivo sbiadirsi della consapevolezza sulla intangibilità della vita. Deprechiamo giustamente le negazioni della vita perpetrate nel passato, spesso legittimate in nome di visioni ideologiche o persino religiose per noi inaccettabili. Siamo sicuri che domani non si guarderà con orrore a quelle di cui siamo oggi indifferenti testimoni o cinici operatori? In tal caso non basterà invocare la liceità o la “necessità” di certe pratiche per venire assolti dal tribunale della storia». La forza espansiva della dignità umana oggi si trova di fronte al più povero dei poveri, il bambino non nato, e invoca un salto di civiltà che riguarda tutti e che dell’apporto di tutti ha bisogno per costruire la civiltà della verità e dell’amore. Sarebbe bello se in occasione della Giornata ogni parrocchia destinasse una parte delle somme raccolte nelle chiese proprio a «SOS vita» (Iban del Movimento per la vita, causale SOS Vita: IT 61 J030 1503 2000 0000 4106 218). Sarebbero molti i bambini salvati, le mamme rasserenate e coinvolgente la promozione della cultura della vita.
*Presidente Movimento per la vita