Toscana
Confartigianato: Firenze, Il Governo aumenti le risorse per il credito di imposta sui dispositivi di sicurezza
Doveva essere del 60%, ma le richieste sono andate ben oltre la disponibilità di risorse, e quindi il credito d’imposta riconosciuto alle aziende per le spese in dispositivi di sicurezza anti-Covid – dalle mascherine ai camici, dai divisori in plexiglas alle opere di sanificazione degli ambienti – rischia di essere solo del 15%. E’ l’allarme lanciato da Confartigianato Imprese Firenze, che teme per le piccole imprese del territorio già provate dai sacrifici patiti durante la fase acuta della pandemia ed il lockdown: la scarsità di risorse a disposizione può voler dire 12 milioni di euro in meno per le aziende dell’area metropolitana, secondo l’associazione. “E’ uscito un nuovo adempimento con scadenza il 7 settembre – spiega Jacopo Ferretti, segretario generale di Confartigianato Imprese Firenze – per cui ogni azienda doveva dichiarare quanto aveva speso in dispositivi di protezione fino ad allora, e soprattutto, in un clima di incertezza, quanto avrebbe speso da qui alla fine dell’anno. Le aziende hanno effettuato questo calcolo sulla base dei mesi precedenti, e da qui è scaturita una richiesta di 1,3 miliardi di euro a livello nazionale, a fronte dei 200 milioni stanziati dal Governo, cosa che fa abbassare la quota del 60% al 15%. Il provvedimento non è stato adeguatamente finanziato, ma non per quello puoi abbassare la percentuale di detrazione”.
Secondo il calcolo di Confartigianato Firenze, le circa 100mila partite Iva fiorentine dovrebbero aver avanzato richieste per 26 milioni di euro: a fronte di tale richiesta avrebbero dovuto avere circa 16 milioni di credito di imposta, ma senza un rifinanziamento della misura ne avranno soltanto quattro. Un taglio che, paventa l’associazione, potrebbe anche scoraggiare le aziende dall’affrontare la spesa necessaria per una dotazione di sicurezza adeguata. “La nostra richiesta – conclude Ferretti – è di rifinanziare in maniera adeguata questo capitolo di spesa che va a gravare sulla situazione già difficile delle aziende”.