Pisa
Pisa: gli auguri dell’arcivescovo Benotto, “un Natale meno luccicante e più luminoso”
Un Natale meno luccicante, più luminoso: l'augurio dell'arcivescovo Giovanni Paolo Benotto dalle pagine di Toscana Oggi
“«”Ancora una volta stiamo vivendo un Natale segnato dalla tristezza e dalle sofferenze provocate dall’odio e dalla guerra, e se da una parte rischiamo di abituarci anche a questo clima pesante, dall’altra rischiamo pure di ridurre il messaggio del Natale ad un frasario che non ha più il sapore fragrante del buon pane appena sfornato. Betlemme stessa, in questi giorni, non è certo «Casa del pane», tanto è impedita alla visita orante di pellegrini provenienti da tutto il mondo”»”.
Lo scrive l’arcivescovo di Pisa, Giovanni Paolo Benotto, nel messaggio di Natale pubblicato questa settimana su Vita Nova, edizione pisana di Toscana Oggi.
“Insieme a Betlemme e ai Luoghi Santi di Gesù, spopolati dalla guerra – scrive Benotto – altrettanto spopolate rischiano di essere case e chiese in tutto il mondo, quando non risuona più nella sua integrità, nel cuore delle persone, l’annuncio di una gioia che è per tutti: «Oggi è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore!» (Lc 2,11).
“Se il Bambino che nasce a Natale – scrive ancora l’arcivescovo – è il Cristo Signore, cioè il Figlio di Dio che si fa uomo nella povertà della nostra natura umana, per fare di noi, come Lui, dei consacrati per la gloria del Padre, si capisce perché, una cultura sazia di sé, tesa al benessere materiale, tenacemente legata ad interessi spesso inconfessabili, non riesca più a cogliere il lieto annuncio del Natale”.
“A tutti – conclude – auguro di apprezzare e di riscoprire il valore di questo dono d’amore che ci rende tutti fratelli e unica famiglia, perché la «Casa del pane-Betlemme», che è ogni nostra famiglia e ogni nostra comunità che celebra l’Eucaristia, sforni di nuovo per tutti il pane fragrante capace di sfamare il cuore e la vita di tanti che cercano la Salvezza, ma che ancora non sanno riconoscerne la presenza nel Bambino di Betlemme. A tutti auguro un Natale ricco di fede, magari meno luccicante, ma sicuramente più luminoso, come lo fu la notte in cui a Betlemme di Giudea nacque Gesù, in cui i pastori, «andarono senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il Bambino, adagiato nella mangiatoia» e poi «se ne tornarono glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto»”.