Il film: “Un colpo di fortuna”, la vita è un biglietto della lotteria. Allen tra Caso e Destino

Con «Un colpo di fortuna» il celebre regista americano ha diretto il suo 50° film, forse quello definitivo.

Questo 50° film di Woody Allen, verosimilmente l’ultimo della sua filmografia, acclamato da molti critici come un ritorno ai temi a lui più consoni e a un racconto accattivante dai toni quasi thriller, ci spinge a una valutazione complessiva dell’opera del regista.

Dopo gli esordi nei primi anni Settanta con una serie di film di pura comicità parodistica, arguti e strampalati, Allen nel 1977 virò verso la commedia raffinata e intellettuale di Io e Annie che lo consacrò come autore capace di alternare le battute più sarcastiche alle riflessioni filosofiche sul senso dell’esistenza. Per tutto il decennio successivo videro la luce una serie di capolavori, da Manhattan a Crimini e misfatti, in cui il suo stile si affinava sempre più, riuscendo a omaggiare i maestri Bergman e Fellini con amore e senza pedanterie, costruendo racconti perfetti dove i temi affrontati si sposavano con il gusto della narrazione, in un’ambientazione per lo più upper class newyorkese.

Negli anni Novanta la creatività cominciò a lasciare il posto al mestiere, sfornando titoli a cadenza annuale sempre piacevoli ma anche sempre meno ispirati. Dagli anni Duemila in poi (con l’unica eccezione di Anything Else dove aveva, sì, qualcosa da dire, ma contraddiceva e ribaltava i valori umanistici che avevano animato i suoi grandi film) il percorso è stato progressivamente in caduta libera, con titoli dimenticabili a causa di una regia frettolosa, della pochezza di idee e della ripetitività degli assunti.

Un colpo di fortuna è il suo primo film girato interamente in francese oltre che ambientato a Parigi. Fotografato con la consueta abilità da Vittorio Storaro che dà, forse per la prima volta, un grande risalto al colore verde in tutte le sue sfumature, e accompagnato da una musica jazz più recente rispetto ai classici utilizzati abitualmente, il film racconta la storia di Fanny, una bella gallerista con un matrimonio fallito alle spalle e un nuovo marito, Jean, ricco e possessivo che la esibisce negli ambienti che contano come una moglie-trofeo. A turbare questo quadro familiare, compare Alain, un suo vecchio compagno di liceo, ora scrittore girovago, da sempre innamorato di lei.

Più che personaggi con una loro psicologia, si tratta quasi di funzioni per esporre un’idea piuttosto negativa della vita, se non nichilista. Jean è il Destino, colui che pretende di controllare tutto, convinto artefice della propria carriera per la quale è disposto a ogni misfatto. Non a caso la sua passione è collezionare e giocare con dei trenini d’epoca che, come una divinità capricciosa, fa muovere all’interno di un plastico. Alain è invece il Caso, l’elemento imprevisto capace di scombinare i piani, affascinato dal calcolo combinatorio delle possibilità e convinto che non esista alcun disegno, senso, origine o scopo nella vita.

È evidente come il regista propenda per questa seconda visione del mondo, vagamente romantica ma senza alcuna ambizione interpretativa dell’esistenza, mentre l’altra risulta decisamente malvagia (si veda come Storaro dipinge in nero la sagoma di Jean nella scena della telefonata) oltre che fallimentare. Probabilmente il perenne contrasto che Woody Allen ha alimentato con l’Onnipotente giunge qui a una condanna definitiva e senza appello. Un tempo nell’affrontare questi argomenti ricorreva all’ironia, ma anche alla pietà e al dispiacere per una fede mancata; ora c’è solo cinismo e una bella dose di approssimazione nella costruzione narrativa. Il suo pensiero ormai lo ha espresso e ribadito: forse sarebbe auspicabile che si ponesse la parola fine a un percorso autoriale che sembra aver concluso la sua parabola discendente.

UN COLPO DI FORTUNA

Titolo originale Coup de chance; regia e sceneggiatura: Woody Allen; cinematografia (colore): Vittorio Storaro; scenografia: Véronique Melery; costumi: Sonia Grande; interpreti: Lou De Laâge, Niels Schneider, Valérie Lemercier, Melvil Poupaud; produttrice: Erika Aronson; distribuzione: Lucky Red; formato: 2:1; origine: Francia-UK, 2023; durata: 96 min.